La fedeltà è una condizione naturale o forzata? – #SM2 post n. 15

Questo articolo fa parte della pubblicazione integrale sul web di Sesso Motore 2: perché si fa poco sesso. Il saggio che spiega cosa fa girare il mondo e perché vogliamo essere ricchi e potenti invece che felici.


La fedeltà e l’infedeltà

Talvolta nascono discussioni sul fatto se la monogamia della specie umana sia una condizione naturale o se invece il matrimonio moderno sia un’istituzione che va contro natura. In un simile dibattito citare cosa fanno le altre specie ha poco senso dato che se si osservano i sistemi nuziali degli animali si trova di tutto, anche solo considerando i primati dove si passa dai gibboni che spesso formano coppie monogame che possono osservare anni di astinenza ai promiscui bonobo che copulano in continuazione. Più interessante è capire come si comportavano i nostri progenitori.
Ricostruire gli usi sessuali di qualche milione di anni fa non è semplice, anche perché l’evoluzione naturale ha portato nel corso del tempo ogni ramo di discendenza dell’antenato comune dei primati a cambiare più volte sia il sistema nuziale (promiscuità, harem, monogamia), sia l’evidenza dell’ovulazione (manifesta con reclamizzazione vistosa, come attualmente per gli scimpanzé; caratterizzata da deboli segnali, come per i gorilla; nascosta, come per l’uomo) (NOTA 34). È comunque indubbio che la fisiologia umana testimonia che tra i nostri avi sono stati sempre presenti e diffusi i rapporti occasionali: quindi, anche se il sistema nuziale a un certo punto può essere diventato monogamico, la nostra monogamia è sempre stata caratterizzata da un certo grado di infedeltà, sia maschile, sia femminile. La diffusa presenza dei rapporti occasionali è provata dall’esistenza di adattamenti psicologici, quali la gelosia, e da evidenze fisiologiche, come la grandezza dei testicoli maschili e il funzionamento dell’orgasmo femminile.
Per amor di scienza talvolta occorre fare ricerche poco eleganti: sono stati pesati i testicoli di varie specie di primati e i pesi medi sono stati messi a confronto con i pesi corporei globali dei vari animali. I testicoli degli uomini ottengono un brillante 0,079% che supera alla grande il valore dei gorilla e degli oranghi. Gli scimpanzé, però, hanno testicoli proporzionalmente tre volte più grandi dei nostri e veniamo superati anche dai bonobo. I dati raccolti non sono serviti per fare una gara di virilità tra primati, ma per confermare la correlazione esistente tra le dimensioni dei testicoli e il livello di competizione spermatica esistente nella specie. Per pudicizia, lascio qui la parola a David M. Buss: “Testicoli di grandi dimensioni come quelli della nostra specie si evolvono come conseguenza di un’intensa competizione spermatica, e cioè il fenomeno per cui sperma appartenente a diversi maschi occupa nello stesso momento il tratto riproduttivo di una femmina che ha copulato con due o più maschi (Short, 1979; Smith, 1984). La competizione spermatica esercita una pressione selettiva sui maschi per la produzione di eiaculazioni abbondanti contenenti numerosi spermatozoi. Nella ricerca della preziosa cellula uovo nel tratto riproduttivo femminile, un’eiaculazione più ampia e ricca di spermatozoi ha il vantaggio di surclassare quella di altri maschi.” (NOTA 35). Le monogame e caste femmine dei gorilla dai piccoli testicoli hanno in media un solo partner per ogni nascita, mentre le promiscue femmine dei palluti scimpanzé hanno tredici partner sessuali per nascita. La dimensione relativamente elevata dei nostri testicoli fa pensare che l’uomo si sia evoluto in un contesto dove non era infrequente che la stessa femmina si accoppiasse con maschi diversi, anche se le nostre antenate certamente erano molto più moderate di quelle degli scimpanzé (NOTA 36).

I goduriosi bonobo

Passando alla fisiologia femminile, anch’essa conferma che le nostre progenitrici abbiano sviluppato alcuni adattamenti tesi a massimizzare i vantaggi delle relazioni sessuali a breve termine. Nei trenta minuti successivi al rapporto, le donne espellono in media il 35% degli spermatozoi. Se hanno avuto un orgasmo, la media degli spermatozoi espulsi cala al 30%: aumentano quindi le possibilità di concepimento. Le donne infedeli paiono inconsapevolmente gestire le loro relazioni in modo da incrementare al massimo la possibilità di avere un figlio dall’amante, dato che hanno con lui rapporti con più frequenza nei giorni dell’ovulazione e che nel corso dei rapporti con l’amante hanno orgasmi (e conseguente maggiore ritenzione di spermatozoi) con più frequenza di quando giacciono col marito (NOTA 37). Quindi la donna ha in sé dei meccanismi tesi a massimizzare i vantaggi che può trarre dalle relazioni occasionali fornendo ai figli geni migliori di quelli del partner abituale.

A prescindere dalle evidenze fisiologiche, pare evidente che nella nostra specie, che pure adesso ha adottato un sistema nuziale che potremmo definire tendenzialmente monogamo, entrambi i sessi si siano sempre dedicati, in misura non trascurabile, alle relazioni sessuali a breve. Del fatto che le strategie sessuali a breve termine si adattino benissimo allo scopo biologico dell’uomo che è quello di diffondere il più possibile il suo seme, ne abbiamo già parlato e su questo tutti concordano facilmente (NOTA 38). L’altra faccia di questa strategia maschile è però rappresentata dalle donne che acconsentono ad avere relazioni sessuali a breve termine. Se non avessero mai trovato nessuna femmina disposta a dare loro corda, i maschi con tendenze promiscue si sarebbero subito estinti e ora saremmo tutti felicemente monogami come i gorilla. Quindi, sia pur con tutti i limiti posti dalla ritrosia sessuale femminile di base, in precedenza illustrata, la nostra specie presenta in ambedue i sessi una non trascurabile propensione ai rapporti a breve termine, come d’altronde confermato dalle storie e dalle leggende presenti in tutte le culture sin dalla notte dei tempi e come riscontrato nelle poche società tribali ancora attualmente esistenti (NOTA 39). I vantaggi che le donne traggono dalle relazioni a breve termine (maggiore protezione per loro e per i loro figli, migliori geni per i figli, ottenimento di risorse, cambiamento di partner, acquisizione di abilità di coppia, manipolazione del partner, e molto altro) sono dettagliatamente esposti nell’appendice LA LOTTA TRA I SESSI. Prima che qualcuno si permetta di esprimere giudizi sulle femmine della nostra specie, è bene precisare che in natura la promiscuità femminile è estremamente diffusa, anche presso specie, tra cui molti uccelli, che spesso vengono citate come buon esempio di monogamia. Anzi, le donne, che si stima generino circa il 2% di figli illegittimi (percentuale certamente influenzata verso il basso dall’uso delle tecniche anticoncezionali) (NOTA 40), appaiono molto più morigerate delle femmine di alcune specie di uccelli monogame in cui la percentuale dei pulcini illegittimi può giungere fino al 70%. I maschi degli uccelli spesso adottano due tecniche per ridurre il rischio che la compagna generi figli di altri: il mate guarding (a esempio, il piccione non si allontana mai più di qualche metro dalla compagna e non la perde mai di vista (NOTA 41)) oppure le copule ripetute (in diverse specie, maschio e femmina si accoppiano più di cento volte per ogni uovo deposto; in questo modo il maschio ha ottime probabilità che l’uovo sia fecondato dai suoi spermi invece che da quelli di un compagno occasionale). Pare quindi che, alla fine, il fatto che le femmine siano infedeli rafforzi i legami tra le coppie e, paradossalmente, favorisca la monogamia (NOTA 42).


NOTA 34 – Vedi Diamond pag. 93 e seguenti dove l’autore fornisce un’ampia disamina dei rapporti esistenti tra ovulazione manifesta o nascosta e i sistemi nuziali.

NOTA 35 – Buss PE pag. 123.

NOTA 36 – Altre ricerche (Baker e Bellis, 1995) hanno segnalato l’esistenza di ulteriori adattamenti fisiologi maschili generati dalla competizione spermatica. E’ stato dimostrato che maggiore è il tempo che un marito viene separato dalla moglie, maggiore è la quantità di sperma prodotto nel rapporto sessuale successivo alla separazione; questo anche se gli uomini si sono regolarmente masturbati nel periodo di lontananza. Ciò confermerebbe il fatto che i maschi sono inconsciamente consapevoli del rischio che le partner si possano accoppiare con altri in loro assenza e quando tornano cercano di soppiantare col loro seme abbondante quello di eventuali estranei. Un tale adattamento fisiologico nei maschi non sarebbe sorto se le femmine non fossero state solite avere rapporti occasionali con terzi. Vedi Buss PE pag. 123.

NOTA 37 – Vedi Buss PE pag. 133 dove si citano ricerche di Baker e Bellis, 1995.

NOTA 38L’evidenza della naturalità della promiscuità maschile, che tanto ha favorito l’evoluzione della specie mediante la diffusione del seme dei maschi capobranco o, comunque, più validi, forse è uno dei fattori che portano molti a considerare come meno grave l’infedeltà maschile rispetto a quella femminile. Naturalmente questa idea trova molte radici anche nel modo in cui si è strutturata la nostra società, basata sul predominio maschile. Un altro elemento che forse fa risultare più sconcertante il tradimento femminile e fa infuriare i mariti è il constatare che quella stessa moglie che nell’ambito della coppia regolare spesso centellina il sesso e lo subordina al verificarsi di situazioni “romantiche”, poi invece si concede seduta stante al primo idraulico che passa. Il marito, se non ha letto questo libro dove si spiegano i meccanismi che spingono le donne ai rapporti a breve e l’influenza dell’ovulazione, può anche pensare che la moglie, che con lui manifestava mille ritrosie, lo abbia preso per le mele per anni.

NOTA 39Vedi Buss PE pag. 123.

NOTA 40 – Pilastro pag. 219. Il dato si riferisce ad alcune società occidentali contemporanee e, come detto, è influenzato dall’uso degli anticoncezionali. Presumibilmente in passato (e anche adesso nelle società tradizionali) la frequenza di figli illegittimi era più elevata.

NOTA 41“Col termine mate guarding, letteralmente fare la guardia alla compagna, si intende il comportamento attraverso il quale i maschi cercano di limitare l’accesso della propria compagna ad altri maschi.” Pilastro pag. 159. Talvolta il termine viene utilizzato anche per i comportamenti posti in essere dalle femmine.

NOTA 42 – Vedi Pilastro pag. 132 e ss. per queste osservazioni sul comportamento degli uccelli e sulla infedeltà in altre specie.


Questo articolo fa parte della pubblicazione integrale sul web di Sesso Motore 2: perché si fa poco sesso. Il saggio spiega cosa fa girare il mondo e perché, stranamente, vogliamo essere ricchi e potenti invece che felici. Illustra il contraddittorio rapporto esistente tra il sesso e la nostra società e fornisce risposte ad alcune, legittime, domande:

  • Perché il sesso è così pubblicizzato in questa nostra società e così osteggiato nella sua messa in pratica?
  • Perché ci dedichiamo relativamente poco a un’attività tanto piacevole e che in teoria sarebbe anche priva di costi?
  • Perché nel mondo reale s’incontrano tante difficoltà ad avere piena soddisfazione sessuale?

Il saggio viene pubblicato integralmente sul mio sito; qui l’elenco degli altri post sinora pubblicati. Chi volesse leggerlo su un libro cartaceo o su un ebook può trovarlo in tutti i principali store on line o su come comprare i libri di Sergio Calamandrei


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Sergio Calamandrei

Sergio Calamandrei: vivo a Firenze, dove pratico il prosaico mestiere di commercialista. Mi appassionano scrittura, storia e letteratura. Per saperne di più: www.calamandrei.it/chi-sono-sergio-calamandrei/

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