Povere creature! e il Sesso Motore

Povere creature! di Yorgos Lanthimos non mi ha emozionato neanche un secondo perché in sostanza illustra una serie di concetti che mi erano già del tutto chiari: ho scritto un saggio che dice esattamente le stesse cose.
Povere creature! narra la storia di una donna adulta nel quale viene trapiantato il cervello di un bambino, vergine da educazione e convenzioni sociali. La donna affronta quindi il sesso in maniera non influenzata da vergogna e sensi di colpa e lo vive come una attività naturale e piacevole. Questo è proprio l’atteggiamento che suggerisco come via per salvare il nostro mondo dal disastro ecologico verso il quale stiamo precipitando. La domanda che si pone la protagonista “ma se questa attività è così piacevole perché tutti non la fanno sempre?” è una delle domande di apertura del mio saggio Sesso Motore 2: Perché si fa poco sesso.
Nel film, a differenza che nel mio libro, non viene fornita una risposta.
Il fatto che gli uomini possono avere difficoltà di fronte a un approccio femminile al sesso di questo tipo, fino a quando una nuova educazione non spazzerà via questo problema, è cosa che ho scritto. L’evoluzione del personaggio di Max, il promesso sposo di Bella, rappresenta in modo quasi didascalico il passaggio da una mentalità gelosa e possessiva a una visione basata sul rispetto del libero arbitrio e della libertà del partner.
La considerazione che, in un mondo ideale dove il sesso non sia associato a vergogna e riprovazione, la prostituzione dovrebbe essere considerata un’attività come un’altra, niente affatto disdicevole, è anch’essa espressa nel mio saggio.
Quindi per tutto il film la protagonista ha fatto cose che non mi creavano alcun scandalo o stupore e mi parevano naturali e coerenti col mio pensiero. Non mi sono dunque particolarmente emozionato.
Mi ha un po’ deluso che per raccontare questa storia la si sia dovuta ambientare in un universo ucronico ottocentesco steampunk: evidentemente questi concetti non possono essere applicati nel nostro mondo contemporaneo e reale.
Non ho gradito neanche il fatto che, quando si è trovata in difficoltà economica, la protagonista abbia scelto di prostituirsi; come se questa sia l’unica via che una donna possa praticare per raggiungere l’autosufficienza economica. So che questa considerazione contrasta con quanto scritto prima sul fatto che la prostituzione non dovrebbe essere considerata un’attività degradante; forse è lo stigma, difficilissimo da eludere, legata ad essa che mi fa ragionare in questo modo. Ma, da un film che appare femminista, mi sarei aspettato uno sviluppo ove si illustrasse che comunque la donna può risolvere il problema della sopravvivenza attingendo anche ad altre risorse che non siano il sesso. Forse, però, l’avventurarsi di Bella nella carriera postribolare è un modo per mostrare la sua visione non giudicante sulla prostituzione.

povere creature sesso motore

Intendiamoci, quando dico che nel film c’è tutto quello che ho già scritto nel mio libro non voglio certo affermare che il film abbia copiato il mio saggio del 2014; figuriamoci!

L’aspetto che reputo originale del mio lavoro non è, infatti, la ricognizione dello stato attuale della sessualità nella società, ma piuttosto l’affermazione che i comportamenti che ci stanno portando a una corsa all’accumulo di ricchezza e di risorse e alla devastazione delle risorse del nostro pianeta derivano dalle modalità di scelta del partner adottate dalla specie umana.

Il tutto sommato comune e innocuo meccanismo per la scelta del partner elaborato per noi dall’evoluzione naturale è stato amplificato in modo micidiale dal sorgere della proprietà privata e della sua ereditarietà portandoci in una situazione ad altissimo rischio. Nel mio saggio scrivo che per salvare il mondo dobbiamo arrivare a comportarci come Emma Stone in Povere creature!, vivendo il sesso in piena libertà.

È una strada difficilissima da seguire poiché comportarsi in modo sessualmente libero e spontaneo è un comportamento del tutto antievolutivo, pur se a qualcuno potrebbe, al contrario, sembrare naturale e conforme al nostro istinto.

Riflettendoci, in conclusione, dovrei essere contento che il film porti avanti la mia visione della sensualità, espressa in Sesso Motore 2: Perché si fa poco sesso. Però non mi sono emozionato a vederlo.

Sergio Calamandrei

Sergio Calamandrei: vivo a Firenze, dove pratico il prosaico mestiere di commercialista. Mi appassionano scrittura, storia e letteratura. Per saperne di più: www.calamandrei.it/chi-sono-sergio-calamandrei/

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