La selezione sessuale spinge gli uomini a lottare per accumulare potere e ricchezza – #SM2 post n. 22

Questo articolo fa parte della pubblicazione integrale sul web di Sesso Motore 2: perché si fa poco sesso. Il saggio che spiega cosa fa girare il mondo e perché vogliamo essere ricchi e potenti invece che felici.


Il vero Motore Immobile

Siamo quasi arrivati alle conclusioni. Se pensi che mi sia dimenticato delle domande all’inizio del testo e che mi sia sinora dilungato a parlare di cose che non c’entrano niente con queste, ti sbagli.

Le domande a cui volevo cercare di dare risposta erano le seguenti:
perché il sesso è così esibito (in tv, in pubblicità) nella nostra società e così osteggiato nella sua messa in pratica?
• Perché un’attività tanto soddisfacente e in teoria anche priva di costi viene praticata relativamente così poco?
• Perché nel mondo reale si incontrano tante difficoltà ad avere piena soddisfazione sessuale?
E soprattutto:
Perché gli uomini si sforzano di raggiungere ricchezza e potere invece di dedicarsi alla ricerca della felicita?

Si è visto che la necessità di avere successo nella selezione naturale e sessuale ha fornito agli uomini e, sia pur con minore intensità e maggiore variabilità, alle donne una spinta profonda verso il sesso. Questo impulso viene scientificamente utilizzato nei mass media e nella pubblicità per vendere, proponendo ai maschi irresistibili richiami e alle femmine dei modelli in cui identificarsi. La nostra società è quindi dopata innaturalmente di stimoli sessuali e questo sovradosaggio crea frustrazione sia nei maschi, che si illudono di vivere in un mondo pieno di femmine eccitate e pronte a concedersi (le modelle pubblicitarie sono rappresentate così, e anche le donne che si incontrano per strada sono truccate in modo da simulare eccitazione (NOTA 76)), sia nelle femmine dalle quali ci si aspetta che siano bellissime e, soprattutto, disponibili, atteggiamento che invece contrasta con i loro istinti ancestrali che le porterebbero a essere prudenti nella selezione dei partner e nell’acconsentire ad atti sessuali.
Quanto detto spiega perché il sesso è così sbandierato nella nostra società. Ho già illustrato alcuni dei motivi per cui la libera espressione della sessualità è invece osteggiata: c’è la religione che si giova dell’esistenza di regole difficilmente rispettabili per mantenere un controllo sui suoi fedeli, c’è la proprietà privata che richiede un sistema di ereditarietà basato sulla conoscenza di chi sia il padre della prole, c’è la società capitalistica basata sull’esasperazione del consumo che vuole che le persone siano tutte insoddisfatte perché così cercheranno di placare la loro insoddisfazione acquistando beni in continuazione.
Tutto ciò però non basta a spiegare perché la nostra società si è evoluta in questo modo apparentemente assurdo; soprattutto non spiega perché gli uomini si sforzano di raggiungere ricchezza e potere invece di dedicarsi alla ricerca della felicità.
Se tutti noi non riusciamo, oggi, nel ventunesimo secolo, ad avere un atteggiamento libero nei confronti del sesso e rinunciamo così a essere meno insoddisfatti e più felici, ciò non è certo dovuto alle sole influenze sociali. Ci deve essere qualcosa di più profondo. Dare la colpa alla attuale società è un po’ confondere le cause con gli effetti. Questa società l’abbiamo infatti plasmata noi: dobbiamo chiederci perché l’evoluzione in milioni di anni ci ha portati a creare proprio una società strutturata in questo modo.
La risposta vera è: perché una società così sessuofobica è stata selezionata come la più efficiente per la sopravvivenza della specie.
Se ci pensiamo bene, è semplice. In natura, nelle altre specie, non è che i maschi facciano sesso così facilmente. Anche lì c’è una lotta dura e solo i migliori si accoppiano; gli altri schiantano: restano insoddisfatti, non si riproducono e i loro geni si estinguono.
Ora siamo civili, igiene e medicina hanno fatto passi da giganti, in tanta parte del mondo non si muore più di fame, la lotta per la sopravvivenza si è molto attenuata, ma tra gli antichi cacciatori-raccoglitori solo i migliori sopravvivevano e solo i migliori evitavano di essere eliminati dalla selezione sessuale. Dunque è stata la scarsità di sesso che ha forzato gli uomini a migliorarsi, che ha spinto gli uomini a cercare disperatamente di porsi nella condizione di essere scelti dalle femmine, e dato che queste preferivano gli uomini che potevano garantire risorse per la sopravvivenza dei figli, i maschi sono stati indotti ad accumulare potere e ricchezza, per meritare di essere selezionati dalle femmine (NOTA 77).

Quindi il meccanismo che fa andare il mondo non è il sesso, ma la mancanza di sesso.

Ecco cosa spinge l’uomo a sprecare in un modo così assurdo tanta parte della sua vita rincorrendo il potere e i beni materiali e trascurando la vera ricerca della felicità. Beni e potere non servono ai maschi per soddisfare il bisogno di sicurezza, ma per cercare di essere in alto nella graduatoria delle scelte delle femmine. È un impulso atavico che istintivamente muove gli uomini. Le donne, quando possono, accumulano anche loro ricchezze, sempre inconsciamente per la prole.


La spinta verso la ricerca di ricchezze e di un elevato status sociale è più forte nei maschi che nelle femmine pure perché, mentre quasi tutte le donne fertili riescono comunque a riprodursi (anche se magari una buona parte di loro si deve accontentare di partner di livello non elevato), il successo riproduttivo degli uomini è invece molto variabile. Nelle società caratterizzate da poliginia, ovvero dove un maschio ha più compagne stabili e pochi esemplari si accaparrano buona parte delle femmine, gli individui con meno risorse rischiano fortemente di non poter avere figli e quindi diventa molto intensa la selezione per la riproduzione. La nostra specie ha ora un sistema nuziale tendenzialmente monogamico ma ha ancora, e molto più aveva in passato, anche sistemi nuziali di tipo harem. In ogni caso, in tutte le civiltà antiche i maschi di elevato status hanno sempre avuto la possibilità di accedere a un gran numero di donne giovani e attraenti. Analisi genetiche hanno permesso di riscontrare che l’8% della popolazione vivente nei territori dell’impero mongolo porta nel sangue l’impronta cromosomica dei sovrani mongoli e circa 16 milioni di uomini sono discendenti di Gengis Khan. Nel nordovest dell’Irlanda circa il 20% dei maschi discende da un singolo dominatore (NOTA 78). Senza giungere a questi eccessi, pure al giorno d’oggi e nei sistemi monogamici, gli uomini con status elevato hanno più facilità nell’intraprendere relazioni occasionali ed extraconiugali e hanno un maggior numero di partner, di rapporti coniugali e di figli. Inoltre, come si è già visto, sposano donne più attraenti (NOTA 79).

Per raggiungere status elevati e ricchezza i maschi hanno sviluppato una maggiore propensione al rischio e una maggiore aggressività rispetto alle femmine.

Hanno inoltre acquisito un orientamento superiore alla dominanza sociale (Social Dominance Orientation, SDO (NOTA 80)) che li rende estremamente sensibili a tutte quelle circostanze che possono portare a una perdita della faccia e quindi di status; è dunque l’estrema importanza attribuita allo status che porta gli uomini, ad esempio, ad accapigliarsi per futili motivi nei bar o a non chiedere informazioni per la strada.
Secondo alcuni studiosi è stata questa forte competizione per la dominanza a sviluppare l’intelligenza umana, che è una qualità grazie alla quale individui meno robusti possono comunque raggiungere posizioni di status elevate, sviluppando alleanze e rapporti privilegiati con altri individui o manipolandoli (NOTA 81).
In definitiva, dunque, moltissime donne sono ogni giorno inconsciamente lacerate tra il lasciarsi andare e il non voler passare per puttane e moltissimi maschi devono trascorrere la vita a masturbarsi e a sognare invidiosi le femmine altrui solo perché questo è il meccanismo che la natura ha scelto per far prosperare la nostra specie, per portarci a costruire gli ospedali e le cattedrali (NOTA 82).

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NOTA 76 – Il rossetto, ad esempio, simula la maggiore irrorazione di sangue nelle labbra che si verifica durante l’atto sessuale. Alla fine, solo per certi limitati versi, viene da pensare che l’atteggiamento della religione islamica che critica il modo in cui la società occidentale ostenta la sessualità femminile abbia effettivamente qualche base condivisibile. La soluzione non è certamente quella di nascondere le donne o di limitarne la libertà, ma è indubbio che anche noi occidentali non stiamo gestendo in modo corretto la figura della donna.

NOTA 77 – Ciò è confermato dagli studi di psicologia evoluzionistica; vedi Buss PE pag. 85: “Un’altra indicazione dell’efficacia delle preferenze femminili viene dal loro effetto sul comportamento degli uomini. La teoria della selezione sessuale prevede che le preferenze nella scelta del compagno mostrate da un sesso producano in quello opposto degli ambiti di competizione legati alla scelta del partner. Per esempio, se le donne attribuiscono un valore alle risorse, gli uomini dovrebbero competere tra loro per acquisire e mostrare queste risorse nella competizione per l’accoppiamento: molti studi documentano esattamente questo meccanismo.” Segue l’elencazione di varie ricerche. Sempre Buss PE pag. 264: “Il fatto che le donne desiderino partner dotati di risorse ha determinato l’importanza dell’acquisizione di risorse nella competizione tra uomini. Gli uomini moderni hanno ereditato dai loro antenati meccanismi psicologici che danno la priorità a risorse e posizione sociale e inoltre spingono a comportamenti rischiosi per ottenerle. Analogamente gli uomini che non danno un’elevata priorità all’acquisizione di status sociale e risorse, e che non corrono rischi per sopravanzare gli altri, non riescono ad attirare partner. Questo tipo di competizione impone un costo elevato in termini di violenza tra uomini e di omicidi, oltre che in termini di morte più precoce, in media, rispetto alle donne. Preferenze femminili e strategie di competizione intrasessuale maschili si sono coevolute, analogamente a preferenze maschili e strategie di competizione intrasessuali femminili. Gli uomini potrebbero avere iniziato a controllare le risorse per attirare le donne, determinando la conseguente evoluzione delle preferenze femminili. In alternativa, le preferenze femminili per partner ambiziosi, di successo e dotati di mezzi potrebbero aver selezionato negli uomini strategie di rischio, propensione per il miglioramento dello status e aggressività nei confronti dei rivali. Le preferenze femminili potrebbero aver imposto pressioni selettive alla formazione di coalizioni tra uomini per l’ottenimento di risorse e per gli sforzi individuali a surclassare altri uomini nell’acquisizione di risorse desiderate dalle donne. Lo scenario più probabile è la coevoluzione di strategie di competizione tra gli uomini e di preferenze per il partner tra le donne. L’intreccio di questi meccanismi ha creato le condizioni per cui gli uomini possono avere il dominio nel campo delle risorse. Quest’analisi della disuguaglianza delle risorse non esclude la presenza di altre cause alla base di decisioni sessiste, come retribuire diversamente uomini e donne per la stessa mansione lavorativa, e non implica nemmeno che gli uomini debbano inevitabilmente avere un maggior controllo delle risorse rispetto alle donne (Smuts, 1995). Essa suggerisce però che la psicologia evoluzionistica sia fondamentale per identificare le cause della disuguaglianza delle risorse.”

NOTA 78Buss PE pag. 271. Come non ricordare poi il ius primae noctis medievale, anche se è dubbio che questo diritto sessuale sulla sposa sia effettivamente esistito e in ogni caso pare essere stato un fenomeno sporadico. Più probabilmente si tratta di una mitizzazione di altre usanze diffuse, come la riscossione di un’indennità pecuniaria da parte del feudatario se, col matrimonio, il servo della gleba lasciava il feudo per trasferirsi in un altro. È comunque altamente significativo il fatto stesso che il mito del ius primae noctis sia sorto e che la sua esistenza sia ritenuta plausibile da tutti.

NOTA 79 – Buss PE pag. 271.

NOTA 80 – Pratto, Sidanius e Stallworth, 1993, citati in Buss PE pag. 271.

NOTA 81 – Molti studi hanno esaminato le strategie utilizzate per l’inganno e gli adattamenti che la razza umana ha sviluppato per riconoscere e combattere coloro che ricorrono all’inganno. Su questo argomento, vedi articolo L’approccio della psicologia evoluzionistica allo studio dell’architettura cognitiva umana. Il caso dell’inganno di Mauro Adenzato su SISTEMI INTELLIGENTI / a. XIII, n. 1, aprile 2001.

NOTA 82 – Vedi A. Bianchin, 2011: “Insomma, che l’energia sessuale sia “trasformabile” (Reich, 1933, p. 351), e cioè soggetta a sublimazione, è una tesi oramai assodata, tanto che lo storico Robert Muchembled giunge a sostenere che la sublimazione ha addirittura costituito “il vero motore della storia europea per un periodo di cinque secoli caratterizzato da un potente sforzo di repressione sessuale che supera ampiamente il quadro della morale cristiana” (Muchembled, 2005, p. 20), una morale che pure, sin dalla sua matrice di origine platonica, ha difeso con particolare forza il suo concetto del corpo come di un ostacolo posto sulla strada della salvezza dell’anima. […] Di certo, invece, non è venuto meno il generale assunto reichiano che i problemi della sessualità individuale, “in ultima analisi, sono radicati nelle forme d’esistenza economica” (Reich, 1936, p. 90) della società di cui gli stessi individui fanno parte, e sono a loro volta espressione. Tant’è che lo stesso Reich arriva esplicitamente a dichiarare come l’infelicità sessuale sia una “componente essenziale dell’economia capitalistica” (Reich, 1936, p. 93), ovverosia dell’economia di mercato, se non altro dal momento che un’autentica e piena felicità sessuale, bastando a se stessa, contrasta naturalmente l’eccesso di consumo di ‘divertimenti’ e prodotti vari e assortiti.”


Questo articolo fa parte della pubblicazione integrale sul web di Sesso Motore 2: perché si fa poco sesso. Il saggio spiega cosa fa girare il mondo e perché, stranamente, vogliamo essere ricchi e potenti invece che felici. Illustra il contraddittorio rapporto esistente tra il sesso e la nostra società e fornisce risposte ad alcune, legittime, domande:

  • Perché il sesso è così pubblicizzato in questa nostra società e così osteggiato nella sua messa in pratica?
  • Perché ci dedichiamo relativamente poco a un’attività tanto piacevole e che in teoria sarebbe anche priva di costi?
  • Perché nel mondo reale s’incontrano tante difficoltà ad avere piena soddisfazione sessuale?

Il saggio viene pubblicato integralmente sul mio sito; qui l’elenco degli altri post sinora pubblicati. Chi volesse leggerlo su un libro cartaceo o su un ebook può trovarlo in tutti i principali store on line o su come comprare i libri di Sergio Calamandrei


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Sergio Calamandrei

Sergio Calamandrei: vivo a Firenze, dove pratico il prosaico mestiere di commercialista. Mi appassionano scrittura, storia e letteratura. Per saperne di più: www.calamandrei.it/chi-sono-sergio-calamandrei/

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