Don’t bother di Shakira: parole eloquenti

Don’t bother è una canzone di Shakira del 2005. Io penso che dalle parole delle canzoni si imparino molte cose sul mondo in cui viviamo.

Forse tra cinquecento anni gli storici che studieranno la nostra epoca trarranno molte informazioni dai testi delle canzoni, come, in un certo senso, hanno sinora fatto gli studiosi con la poesia, esaminando, ad esempio, i testi omerici per cercare di capire i greci e studiando le poesie epiche e cortesi per comprendere cosa pensassero i cavalieri.

Le canzoni, in fondo, svolgono adesso per il grande pubblico la funzione che una volta aveva la poesia (la quale, e me ne rincresce per i miei amici poeti, oggigiorno ha perso ogni impatto sulla cultura popolare; anzi, per essere più precisi: sono i poeti contemporanei, come gli autori di musica “classica” contemporanei, a non avere alcun influsso sulla cultura popolare).

Ciò premesso, ho provato ad ascoltare con molta attenzione le parole della canzone “Dont’t bother” (“non ti preoccupare” o “non rompere”) di Shakira. È una canzone che mi piace molto, anche grazie all’intensa interpretazione della cantante che rende benissimo il tono rancoroso della donna lasciata da un uomo che le ha preferito una rivale praticamente perfetta.

In particolare, del testo mi ha colpito molto una frase.

Le parole della canzone sono le seguenti (in inglese e in italiano):


Don’t bother

da Oral Fixation Vol. 2

“Non preoccuparti”

shakira-album-cover-2014-thatgrapejuiceShe’s got the kind of look
That defies gravity
She’s the greatest cook
And she’s fat free

She’s been to private school
And she speaks perfect French
She’s got the perfect friends
Oh isn’t she cool?

She practices tai-chi
She’d never lose her nerve
She’s more than you deserve
She’s just far better than me

[Chorus A]
So don’t bother
I won’t die of deception
I promise you won’t ever see me cry
Don’t feel sorry
And don’t bother
I’ll be fine
But she’s waiting
The ring you gave to her will lose its shine
So don’t bother, be unkind

I’m sure she doesn’t know
How to touch you like I would
I beat her at that one good
Don’t you think so?

She’s almost six feet tall
She must think I’m a flea
I’m really a cat you see
And it’s not my last life at all

[Chorus A]

For you, I’d give up all I own
And move to a communist country
If you came with me, of course
And I’d file my nails so they don’t hurt you
And lose those pounds, and learn about football
If it made you stay, but you won’t, but you won’t

[Chorus B x2]
So don’t bother
I’ll be fine, I’ll be fine, I’ll be fine, I’ll be fine
Promise you won’t ever see me cry
And after all I’m glad that I’m not your type
Promise you won’t ever see me cry


Lei ha quel genere di bellezza
Che sfida la legge di gravità
Lei è la cuoca più grande
Ed è assolutamente magra

Lei è stata a una scuola privata
E parla un francese perfetto
Lei ha degli amici perfetti
Oh, non è magnifica?

Lei pratica tai-chi
Non perderebbe mai la calma
Lei è più di quanto tu ti meriti
È decisamente molto meglio di me

[Ritornello A]
Quindi non preoccuparti
Non morirò per il tuo tradimento
Ti prometto che non mi vedrai mai piangere
Non sentirti in colpa
E non preoccuparti
Starò bene
Ma lei ti sta aspettando
L’anello che le hai dato perderà il suo splendore
Quindi non preoccuparti, sii ignobile

Sono certa che lei non sa
toccarti come farei io
La batto almeno in questo
Non pensi?

Lei è alta quasi un metro e ottanta
Deve pensare che io sono una pulce
In realtà sono una gatta, sai
E dopotutto questa non è la mia ultima vita

[Ritornello A]

Per te darei via tutto ciò che possiedo
E mi trasferirei in un Paese comunista
Se tu venissi con me, naturalmente
E mi taglierei le unghie, così da non ferirti
E perderei quei chili, e imparerei tutto sul football
Se questo di facesse restare, ma tu non lo farai, ma tu non lo farai

[Ritornello B x2]
Quindi non preoccuparti
Starò bene, starò bene, starò bene, starò bene
Prometto che non mi vedrai mai piangere
E dopotutto sono felice di non essere il tuo tipo
Prometto che non mi vedrai mai piangere


La parte che mi ha colpito è quella in cui la protagonista elenca tutte le cose che lei sarebbe disposta a fare, come supremo sacrificio, per trattenere il suo uomo.

Tra queste c’è: “e mi trasferirei in un paese comunista, se tu venissi con me”.

Di fatto, quindi, il comunismo è identificato come un elemento del tutto negativo.

Il punto importante di questa frase non è la valutazione se essa sia più o meno “politicamente corretta” (personalmente parlando, del politicamente corretto io mi sarei già da tempo stufato) o se sia in effetti un grosso sacrificio o meno trasferirsi in un paese comunista.

L’aspetto che mi interessa è un altro.

“Don’t bother” non è una canzoncina scritta da una sconosciuta per andare, magari, al Festival di Sanremo e venderne qualche copia in Italia. È una canzone di una cantante già affermata scritta per i mercati mondiali, e tra questi, in particolar modo quello statunitense.

Difatti “Don’t bother” nel 2006, come singolo, ha occupato stabilmente le classifiche di buona parte del mondo ed è entrato nella top ten mondiale e in quella di tredici paesi (1° posto in Colombia, 3° in Polonia, Romania, Argentina, 4° in Finlandia e Paesi Bassi, 5° in Italia e nella classifica mondiale, 9° nel Regno Unito, Russia, Austria, Germania, Repubblica Ceca, Svizzera, 18° in Spagna, 42° negli Stati Uniti, ove in realtà non ha avuto un grosso successo).

Una canzone destinata a diffondersi presso un pubblico così vasto deve essere scritta inserendoci dei concetti che chi la compone sa che saranno compresi e riconosciuti unanimemente. Quindi il fatto che trasferirsi in un paese comunista sia un sacrificio supremo è un concetto che trova una ampia diffusione e che, presumibilmente, mi è venuto da pensare, è dato unanimemente per scontato negli Stati Uniti.

Questo mi ha un po’ colpito, perché, forse ingenuamente, pensavo che lo spauracchio del comunismo, dopo tutto questo tempo dalla caduta del muro di Berlino fosse un po’ passato di moda, fatta eccezione per il nostro paese, dove non si riesce a andare oltre. Ma negli Usa, ad esempio, pensavo che adesso si occupassero solo di terrorismo e di rapporti con l’Islam. Anche nei film di azione hollywoodiani ormai i cattivi sono tutti terroristi.

Invece poi rispunta questa canzone che mi racconta qualcosa su come va il mondo, con una forza che cento articoli o saggi giornalistici non avrebbero mai.

Sergio Calamandrei

Sergio Calamandrei: vivo a Firenze, dove pratico il prosaico mestiere di commercialista. Mi appassionano scrittura, storia e letteratura. Per saperne di più: www.calamandrei.it/chi-sono-sergio-calamandrei/

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