La Teoria del Poco Sesso – #SM2 post n. 18

Questo articolo fa parte della pubblicazione integrale sul web di Sesso Motore 2: perché si fa poco sesso. Il saggio che spiega cosa fa girare il mondo e perché vogliamo essere ricchi e potenti invece che felici.


PARTE 3 – La Teoria del Poco Sesso

Dovere di ogni cosa è essere felicità, se non son tali le cose sono inutili o dannose

da Conversazioni di Jorge Luis Borges

Siamo tutti bloccati

Abbiamo sinora visto che l’evoluzione ha fornito a uomini e donne una forte spinta verso la sessualità e che la pubblicità e i media, perfettamente consapevoli di ciò, sfruttano i nostri impulsi per vendere, alimentando così innaturalmente la quantità e qualità degli stimoli erotici presenti nella società. A fronte di questa tendenza verso il sesso esistono dei meccanismi naturali e culturali che tendono a limitare la libera espressione della sessualità. Nel nostro mondo sia gli uomini sia le donne hanno grandi difficoltà a dare piena soddisfazione ai loro bisogni sessuali, in particolar modo ove sentano, come spesso accade, il desiderio di unirsi a più partner diversi.
Le difficoltà dei maschi sono di carattere più pratico che morale. Salvo il caso in cui siano impegnati sentimentalmente, e anche allora non è detto, gli uomini in linea di massima non hanno grandi ostacoli psicologici nel decidere di essere promiscui e la loro difficoltà consiste soprattutto nel trovare una femmina disponibile (NOTA 54).
Le donne, al contrario, non devono fare molti sforzi se vogliono reperire un partner occasionale ma il loro problema, di carattere sia morale che sociale, sorge prima, al momento di scegliere se fare certe cose o meno (NOTA 55).

Per un verso o per l’altro, viviamo tutti bloccati. Veniamo stressati da una situazione che sarebbe banale eliminare. Io lo chiamo il problema delle complementarietà mancate: viene rabbia a pensare che magari uno è costretto a passare i suoi giorni represso mentre può darsi che la sua collega d’ufficio, nella scrivania accanto, sia altrettanto insoddisfatta. Unendosi potrebbero d’incanto risolvere i loro due problemi, ma nessuno dice niente e non faranno mai questo passo in apparenza semplicissimo verso le loro felicità. Quanta vita viene sprecata così! Al riguardo mi viene in mente La lampada del sesso di Brian Aldiss, un romanzo del 1961 in cui si immagina che il governo inglese imponga a tutti i cittadini di impiantarsi sulla fronte una lampada che si illumina quando chi la porta incontra una persona per la quale prova attrazione sessuale. Lo scopo di ciò è semplificare la vita alla gente.

Anche se la libertà sessuale aumenta col passare del tempo e se ogni generazione ha l’impressione che quella successiva sia molto più libera, gli uomini e le donne sono sempre stati divisi, e sempre lo saranno, tra quelli che hanno successo con l’altro sesso e quelli che si muovono con molta più difficoltà in questi rapporti (NOTA 56). In altri termini: una certa quota di felicemente scopanti c’è sempre stata e sempre ci sarà. Ma pare comunque una minoranza, anch’essa comunque costretta a muoversi affrontando mille difficoltà e opposizioni. Accanto a questi pochi fortunati, la maggioranza però è lì che soffre anche se magari non se ne rende neppure conto. Ecco: se si vivesse in un mondo in cui l’accesso al sesso fosse semplicissimo e naturale svanirebbero molte delle tensioni e degli stress che caratterizzano il nostro modo di vivere. Ma, soprattutto, si eviterebbe l’enorme spreco di energie che vengono inutilmente spese per raggiungere obiettivi materiali o di potere che sono in realtà palliativi per lenire frustrazioni legate all’insoddisfazione sessuale.
Una società in cui si facesse l’amore ogni qual volta se ne ha voglia e con chi si ha voglia sarebbe una società molto più distesa e languida, in cui la gente potrebbe assaporare la vita in modo più rilassato e pieno. Certo, una società così perderebbe anche molta della spinta a produrre e consumare a cui siamo abituati, ed è per questo che un’idea simile non ci si può neppure sognare di manifestarla senza correre il rischio di essere linciati dall’opinione pubblica e dal sistema che la indirizza: a uno incavolato nero e zeppo di testosterone e desideri erotici insoddisfatti è molto più facile vendergli telefonini, televisori, fuoristrada e armi da guerra; e come faremmo a mantenere in piedi la nostra economia senza le vendite di telefonini, televisori, fuoristrada e armi?


NOTA 54 – Come esposto nell’appendice LA LOTTA TRA I SESSI, anche per i maschi perseguire strategie sessuali a breve termine può arrecare diversi svantaggi ma questo li trattiene ben poco dal porle in atto. I maschi, secondo me (non lo dice nessuno studioso), devono avere sviluppato un bias di ottimistica sottovalutazione dei rischi connessi alle avventure. O forse sotto effetto del testosterone diventano incapaci di fare valutazioni razionali.  

NOTA 55 – Per le donne i rischi connessi al perseguire strategie sessuali a breve termine sono molto più elevati di quelli degli uomini, ed esse se ne rendono perfettamente conto. Per un elenco completo dei loro rischi rimando all’appendice LA LOTTA TRA I SESSI. Qui basti ricordare che una donna se si fa fama di promiscuità subisce un danno reputazionale molto rilevante e potrà trovare difficile convincere un compagno di buon livello ad avere con lei una relazione di lunga durata perché in quel tipo di relazione l’uomo dà grande importanza all’affidabilità e fedeltà della potenziale partner.

NOTA 56 – Ho cercato statistiche sull’andamento della promiscuità sessuale nel corso della storia, sia nei ceti più elevati sia in quelli più umili, ma sinora non ho trovato dati che consentano di confrontare in modo scientifico le varie epoche. So solo che da quasi tutte le civiltà ci sono giunte leggende e storie che fanno un gran parlare di sesso, amore e tradimenti e che la prostituzione sembra essere sempre esistita.
Nel suo articolo La libertà sessuale, tra storia e sociologia. Un tentativo di approfondimento (2006, http://ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=3600) Carlo Gambescia evidenza l’esistenza di un andamento ciclico della moralità nella storia e lo collega a un meccanismo di saturazione sociale: “Quel che emerge dalle indagini di Stone è che la “sessualità normale” non è mai esistita. La realtà storica è sempre stata caratterizzata da eccessi nell’uno o nell’altro senso: o troppo o troppo poco. Di conseguenza l’equilibrio interiore dell’uomo, ma questa è una nostra considerazione, non può che risentirne ogni volta. Sul piano sociologico invece si può parlare di regolazione sociale del “residuo sessuale”: termine introdotto da Pareto. Ogni società, o gruppo sociale, ha sempre regolato questo residuo (“il semplice appetito sessuale”) in chiave permissiva o repressiva, “imprimendo” su quella che è un’attività fisiologica, i più diversi valori. In questo senso è “normale” quel che rispecchia i valori e i comportamenti dominanti […] Riassumendo: non esiste una sessualità “normale”, ma un conflitto tra differenti visioni della sessualità, che le società cercano di normalizzare di volta in volta, secondo i valori dominanti, in chiave permissiva o restrittiva. Ovviamente, come per tutti i processi sociali, c’è un punto limite. Quando si passa dal “troppo” al “troppo poco”, o viceversa, l’individuo entra in crisi e inizia a desiderare una forma di sessualità opposta a quella dominante. Il problema perciò non è nella maggiore o minore libertà sessuale goduta, ma nel grado di saturazione raggiunto da una delle due forme.”


Questo articolo fa parte della pubblicazione integrale sul web di Sesso Motore 2: perché si fa poco sesso. Il saggio spiega cosa fa girare il mondo e perché, stranamente, vogliamo essere ricchi e potenti invece che felici. Illustra il contraddittorio rapporto esistente tra il sesso e la nostra società e fornisce risposte ad alcune, legittime, domande:

  • Perché il sesso è così pubblicizzato in questa nostra società e così osteggiato nella sua messa in pratica?
  • Perché ci dedichiamo relativamente poco a un’attività tanto piacevole e che in teoria sarebbe anche priva di costi?
  • Perché nel mondo reale s’incontrano tante difficoltà ad avere piena soddisfazione sessuale?

Il saggio viene pubblicato integralmente sul mio sito; qui l’elenco degli altri post sinora pubblicati. Chi volesse leggerlo su un libro cartaceo o su un ebook può trovarlo in tutti i principali store on line o su come comprare i libri di Sergio Calamandrei


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Sergio Calamandrei

Sergio Calamandrei: vivo a Firenze, dove pratico il prosaico mestiere di commercialista. Mi appassionano scrittura, storia e letteratura. Per saperne di più: www.calamandrei.it/chi-sono-sergio-calamandrei/

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