L’influenza dell’ovulazione sui comportamenti delle donne – #SM2 post n. 14

Questo articolo fa parte della pubblicazione integrale sul web di Sesso Motore 2: perché si fa poco sesso. Il saggio che spiega cosa fa girare il mondo e perché vogliamo essere ricchi e potenti invece che felici.


Premesso che ogni donna è biologicamente e psicologicamente diversa e quindi in certi comportamenti la variabilità è elevata, un’altra cosa che sconcerta gli uomini è che la medesima partner che in alcuni momenti richiede procedure romantiche, lunghe e complesse prima di concedersi (o magari non si concede proprio) in altre occasioni si getta nelle danze, per così dire, in pochi secondi, o prende direttamente lei l’iniziativa.
In quei casi gli uomini ringraziano, apprezzano e si aspettano che quella sia la regola, rammaricandosi invece poi quando le cose in seguito non si ripropongono nello stesso modo. I maschi, che hanno un atteggiamento di costante elevata attivazione nei confronti del sesso, spesso non riescono a rendersi conto che la reazione del corpo femminile agli stimoli sessuali è influenzata in maniera rilevante dal ciclo mestruale (NOTA 28).
Non per giustificare gli uomini, ma talvolta pare che neanche le stesse donne abbiano piena consapevolezza di quanto il periodo dell’ovulazione abbia influenza sulle loro scelte di carattere sessuale; forse esse inconsciamente tendono a negare ciò perché è ben più gratificante cullarsi nell’illusione che ragione, cultura ed educazione possano assicurare un controllo completo dei propri comportamenti prevalendo sugli istinti profondi (ancestrali e, in certo senso, animali) espressi dal corpo.
In realtà, nel periodo di fertilità del ciclo le donne sono maggiormente propense ad avere rapporti ed è più probabile che proprio in quei giorni esse abbiano incontri occasionali o tradiscano il partner.
Sono stati fatti degli studi per verificare e misurare la maggiore disponibilità sessuale femminile nei giorni dell’ovulazione e tutti, come era prevedibile, l’hanno confermata (NOTA 29). In alcuni, le ragazze che entravano in discoteca o al bar venivano fotografate e poi veniva accertato, mediante questionari o prelievo di campioni di saliva, in che fase del ciclo si trovavano. Dalle foto veniva poi misurata la percentuale di pelle lasciata scoperta e l’abbigliamento indossato. Le giovani che si trovavano nel momento di maggior fertilità indossavano abbigliamenti più scollati e aderenti, portavano gonne più corte e tacchi più alti. Sono state riscontrate anche variazioni nell’atteggiamento che nei giorni buoni diviene più provocante; in quella fase del ciclo è stata misurata una maggior frequenza con cui le donne fertili venivano toccate nei bar per single e, come prova indiretta del diverso atteggiamento, una maggior quantità di mance che vengono date a ballerine di lap-dance e a cameriere (naturalmente si tratta, perlomeno per le cameriere, di variazioni inconsapevoli del modo di porsi). Su questo punto resta aperta una questione: l’evoluzione naturale ha dotato i maschi di un adattamento che consente loro di individuare il momento in cui una femmina è fertile oppure essi vengono attirati dalle donne in ovulazione perché le vedono comportarsi in maniera più disponibile? La seconda risposta è quella più probabile anche se è vero che il corpo della donna nei giorni di fertilità subisce dei cambiamenti fisici che potrebbero essere percepiti, quali: una maggiore irrorazione delle pelle che le dona uno “splendore” che talvolta si traduce in un colorito più rosso delle guance; uno schiarimento della pelle (a questo probabilmente è dovuto il fatto che in quasi tutte le culture la pelle femminile leggermente più chiara della media è considerata attraente); un aumento dei livelli di estrogeni che porta a una riduzione del rapporto vita-fianchi, una variazione dell’odore che diviene più attraente ed eccitante per i maschi; un aumento dell’altezza della voce, che quindi viene percepita come più femminile (NOTA 30). Non è un caso che tutte queste variazioni fisiche siano diventate componenti dell’ideale di bellezza femminile e che le donne tendano a simularle col trucco e con i profumi per attrarre i maschi facendo credere loro di essere in ovulazione.


Le quasi impercettibili modifiche dell’aspetto fisico che avvengono durante i giorni fertili quindi possono essere inconsciamente percepite dai maschi anche se pare probabile che l’uomo sia maggiormente attirato dalle ben più evidenti variazioni di atteggiamento: si pensi alle supertruccate artiste del palo che ricevono più mance nei giorni fertili; nella semioscurità e nel fragore di un locale di lap-dance l’unico elemento che varia nel ciclo e che sia osservabile con facilità dovrebbe essere il movimento della danzatrice, che diventa più sensuale. In ogni caso, viene da pensare che i grandi seduttori abbiano una capacità superiore alla media di leggere quegli indizi fisici o comportamentali che segnalano la disponibilità femminile e possano così concentrare i loro sforzi sulle donne con le quali la probabilità di successo è più elevata.

Nel periodo dell’ovulazione, oltre che essere più disponibili, le femmine cambiano anche il tipo di maschio che van cercando (è questo uno dei motivi per cui è facile che i tradimenti si concentrino in quei giorni). Sono stati documentati aumenti delle preferenze per uomini: con caratteristiche simmetriche (indice di buoni geni); che abbiano una forte mascolinità del volto, del corpo e della voce; che siano alti, fisicamente attraenti e muscolosi; che abbiano intelligenza creativa; che manifestino dominanza sociale (NOTA 31). Questo cambio di preferenze, con la ricerca di caratteristiche che, a prescindere dalla fase del ciclo, hanno grande importanza nelle scelte delle donne quando cercano relazioni di breve durata (tra le quali rientrano anche i rapporti occasionali e i tradimenti), sono spiegabili con l’ipotesi dei buoni geni (NOTA 32). Secondo tale ipotesi, in alcune situazioni le femmine sono attratte da maschi con un buon patrimonio genetico, anche se magari privi di tutte le altre importanti qualità che vengono richieste quando si tratta di affrontare relazioni di lunga durata. In parole povere, talvolta potrebbe essere la natura a spingere delle donne a concepire un figlio con uomini aventi un patrimonio genetico superiore a quello del partner abituale, e a usufruire poi comunque dell’affidabilità e della disponibilità ad investire sulla prole dell’inconsapevole marito. In questo modo una donna attinge alle qualità migliori di ciascuno dei due uomini, ottenendo i massimi vantaggi. Meccanismi di questo tipo accadono spesso anche in altre specie. La natura, che tende sempre a ottimizzare l’efficacia, non è molto morale, talvolta (NOTA 33).
A questo punto è il caso di spendere qualche parola sulla fedeltà.


NOTA 28 – Per un uomo non è particolarmente gratificante capire di essere intensamente desiderato nel momento dell’ovulazione e molto meno durante il resto del ciclo. Può infatti avere l’impressione di non essere considerato apprezzabile in quanto specifico individuo ma di essere semplicemente desiderato in quanto generico maschio presente lì, più o meno casualmente, in quel propizio momento. Presumo che, per altri motivi, questa stessa spiacevole sensazione di essere considerata sessualmente intercambiabile come partner l’abbiano talvolta anche le donne che, però, se vogliono credere di essere considerate uniche possono ben farlo, dato che il loro uomo le desidera sempre allo stesso modo.

NOTA 29 – Vedi le ricerche di Stanislaw e Rice, 1988, Grammer, 1996, Gangestad et al., 2004, descritte a pag. 19 e 104 di Buss PE. Ammetto il fatto che spesso le ricerche sperimentali effettuate da psicologi evoluzionistici confermano teorie abbastanza ovvie e già acquisite nella comune esperienza, ma ciò non toglie che certi concetti, finché non vengono provati in modo scientifico, restano chiacchiere da bar e ognuno può sostenere tutto e il contrario di tutto. È quindi positivo e necessario che le ipotesi evoluzionistiche siano confermate da esperimenti sul campo.

NOTA 30 – Vedi Buss PE pag. 104.

NOTA 31 – Vedi le numerose ricerche citate da Buss PE pag. 139.

NOTA 32Vedi Buss PE pagg. 135 e 138.

NOTA 33A titolo di esempio si veda il comportamento della balia nera descritto in Diamond pag. 42 e 81.

La balia nera è un uccello i cui maschi hanno una compagna principale (femmina primaria). Dopo averla fecondata, i maschi vanno in cerca di un’altra compagna avendo cura di costruire questo secondo nido fuori portata rispetto al primo, per non far scoprire la propria bigamia. La povera femmina secondaria comprende di essere tale solo quando si schiudono le sue uova e il maschio si rivela latitante, limitandosi a fare sette consegne di cibo all’ora alla nidiata secondaria a fronte delle quattordici che fa alla nidiata principale. A quel punto, la femmina primaria vive comodamente, effettuando tredici consegne all’ora, mentre l’amante ingannata si sfianca facendone venti. Altri maschi della balia nera, invece di crearsi una seconda famiglia stabile, tradiscono la femmina principale cercando di insidiare le femmine di altri maschi. Se un maschio non presidia il suo nido, mediamente ogni dieci minuti un altro uccello insidia la femmina e ogni trentaquattro minuti copula (evidentemente le balie nere sono moralmente inaffidabili quanto i loro compagni). Alla fine di tutto questo rifrullo, circa il 24% dei piccoli sono illegittimi e i più traditi sono i maschi che hanno due famiglie perché sono spesso fuori dell’uno o dell’altro nido dato che devono sfamare entrambe le nidiate. Le balie nere si sono poi rivelate infami come i loro maschi quando è stato fatto un esperimento in cui i compagni di alcune di loro sono stati allontanati dopo che le uova delle femmine erano state già fecondate e deposte. Dopo la deposizione delle uova, abitualmente, le balie smettono di fare sesso, dato che hanno già avuto la nidiata. Diverse balie rimaste senza compagno, invece, si accoppiarono con altri partner facendo finta di essere ancora fertili. Poi fecero credere ai nuovi partner che le uova deposte fossero loro, inducendo i maschi ingannati a nutrire la nidiata come se ne fossero stati i padri biologici.


Questo articolo fa parte della pubblicazione integrale sul web di Sesso Motore 2: perché si fa poco sesso. Il saggio spiega cosa fa girare il mondo e perché, stranamente, vogliamo essere ricchi e potenti invece che felici. Illustra il contraddittorio rapporto esistente tra il sesso e la nostra società e fornisce risposte ad alcune, legittime, domande:

  • Perché il sesso è così pubblicizzato in questa nostra società e così osteggiato nella sua messa in pratica?
  • Perché ci dedichiamo relativamente poco a un’attività tanto piacevole e che in teoria sarebbe anche priva di costi?
  • Perché nel mondo reale s’incontrano tante difficoltà ad avere piena soddisfazione sessuale?

Il saggio viene pubblicato integralmente sul mio sito; qui l’elenco degli altri post sinora pubblicati. Chi volesse leggerlo su un libro cartaceo o su un ebook può trovarlo in tutti i principali store on line o su come comprare i libri di Sergio Calamandrei


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Sergio Calamandrei

Sergio Calamandrei: vivo a Firenze, dove pratico il prosaico mestiere di commercialista. Mi appassionano scrittura, storia e letteratura. Per saperne di più: www.calamandrei.it/chi-sono-sergio-calamandrei/

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