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Commenti su aNobii a "IL LERCIO di Irvine Welsh, ovvero: ancora la banalità del male"

 

La mia recensione anomala IL LERCIO di Irvine Welsh, ovvero: ancora la banalità del male; è stata pubblicata sul mio blog il 16 aprile 2008, ricevendo numerosissimi commenti.

Riporto, qui di seguito i commenti lasciati dai vecchi splinderiani (piattaforma purtroppo defunta) e dai frequentatori della comunità di aNobii.

COMMENTI SU SPLINDER

#1  16 Aprile 2008 - 11:15
 
Sergio, ritengo che il tuo commento sia fin troppo approfondito. Cerco di spiegarmi: la sensazione che ebbi io quando, alcuni anni fa, lessi il romanzo fu che il target fosse quello dei giovanissimi e che l'uso reiterato, volutamente morboso, dell'elemento "violenza" fosse il veicolo più immediato e comodo per coinvolgerli. La mia impressione in sostanza fu che il fine del romanzo fosse semplicemente la ricerca di uno stile linguistico "personale" e "nuovo" (cosa che accomuna ogni scrittore al precedente ed al successivo) e che la violenza fine a se stessa, che comunque spiazza il lettore, fosse banalmente strumentale a tale scopo. Per questo ritengo che un giudizio vero sia possibile solo da chi abbia letto il romanzo in lingua originale e possa chiarire l'effettiva efficacia dello stile. Questa fu la mia impressione e per questo, avendolo io letto in italiano, consiglierei banalmente di passare ad altro e per approfondire il tema da te proposto indicare ai giovani lettori ben altri testi (lo straniero? viaggio al termine della notte? l'elenco potrebbe essere piuttosto lungo, ognuno di noi ne potrebbe indicare a decine e non sbaglierebbe)

Saluti

Paolo Cipriani
Utente: darcy66 ContattamiGuarda il mediablog (foto, audio e video) di questo utente. darcy66
#2  16 Aprile 2008 - 12:52
 
Non avendo letto il libro non è facile esprimersi in merito.
(tranne dicendo la cosa più banale: se non ti piace mollalo, è un tuo diritto sacrosanto di lettore)
Però ho visto "Trainspotting", il film, e l'ho trovato inutile. Divertenti alcune trovate "allucinatorie", d'accordo, ma inutile. Non c'è crescita dei personaggi, non c'è storia. Lo scopo, evidente e dichiarato è quello di turbare lo spettatore. D'accordo, dopo dieci minuti sono turbata, dopo quindici disgustata, dopo venti annoiata.
Non so se è il caso del libro che stai leggendo tu.
In generale credo che la violenza è una cosa con cui tutti dobbiamo venire a patti, negarla non serve, ma non serve nemmeno crogiolarcisi dentro. Come il sesso nei libri o nei film può essere necessaria come "furba" per vendere di più, per allettare chi morbosamente se ne nutre.

sabrina
Utente: biancabalena ContattamiGuarda il mediablog (foto, audio e video) di questo utente. biancabalena
#3  16 Aprile 2008 - 12:53
 
E però, ti segnalo questa recensione:

http://www.mescalina.it/libri/recensioni-libri.php?id=91#

(per dirti che forse se resisti fino al finale, dico forse, potrebbe anche valerne la pena)
 
Utente: biancabalena ContattamiGuarda il mediablog (foto, audio e video) di questo utente. biancabalena
#4  16 Aprile 2008 - 13:02
 
caro Sergio,la violenza oggi fa parte
della nostra vita,quella "reale"di tutti
i giorni,e anche il linguaggio corrente fatalmente si adegua.
Nel cinema,nella scrittura televisiva,
nei romanzi si ritiene ovviamente che non se ne può fare a meno, vedi
i fratelli Coen,la Nuova Squadra in Tv,tanti libri non importa a quale genere appartengono. Troncare una scrittura o una visione a metà forse non è il metodo giusto,occorre sempre più fare delle scelte,basarsi su queste e propagandare noi stessi
quelle di qualità.Quindi il mio suggeri-
mento è sì di segnalare quello che non va,ma ancor di più contribuire a questa iniziativa portando ognuno il
proprio...mattone di qualità.
Giuseppe Previti
utente anonimo
#5  16 Aprile 2008 - 15:23
 
Caro Sergio,
sei sempre molto saggio nelle tue analisi. Il libro non l'ho letto. Cerco di non aver preclusioni verso nessun genere di letteraturatura e verso nessun tipo di scrittura. Credo che anche i libri peggiori possano insegnarci qualcosa. Se leggi per imparare a scrivere, puoi imparare dagli altri anche "cosa non fare". Questo può essere un esempio. Se, però, leggi per (o "anche per") il piacere di leggere, allora perché perder tempo con qualcosa che ti disturba? E' giusto provare cibi nuovi, ma se dopo un paio di bocconi, il piatto ci fa schifo, dobbiamo andare avanti? Se un film ci spaventa o disgusta dobbiamo continuare a guardarlo? Se un quadro ci pare orrendo dobbiamo restare ad osservarlo? La risposta ovvia parrebbe: no. Ma è così? Per il cibo non avrei dubbi. Il corpo ha esigenze precise. Per il cibo dell'anima, l'arte, forse la risposta è un'altra. A volte, a forza di studiare un libro, un quadro o un film, ne capiamo i meccanismi, i segreti, i messaggi e, improvvisamente, qualcosa che ci pareva brutto c'appare interessante o, magari, fantastico. Ma la violenza può produrre arte? E' arte lasciar morire un cane legato ad una corda in una sala di museo, come è avvenuto di recente? Non credo che dalla violenza possa nascere molta arte. Se nasce è solo perché viene "trascesa", superata. I film di Tarantino sono violenti ma mi piaciono. Hanno umorismo e creatività. Superano la violenza che esprimono. Non saprei dire di questo libro, ma, fidandomi del tuo giudizio, credo che difficilmente lo leggerò e credo che difficilmente meriti esser letto.

Sollevi però anche un altro tema importante: i giovani devono conoscere la violenza? Vivivamo in un mondo violento. Quando è giusto che un giovane si renda conto di come è fatto il mondo?
E' vero che ci sono persone violente ma non mi pare che la violenza pervada così la nostra vita. Far credere ai ragazzi che la violenza sia così presente, forse porta loro stessi a diventare violenti per difendersi.
Libri come questo credo richiedano una certa maturità nel lettore, in modo che sia consapevole della relatività del mondo descritto. Noi non parliamo così. Non viviamo così. La maggior parte della gente è diversa da così.
Utente: Menzinger ContattamiGuarda il mediablog (foto, audio e video) di questo utente. Menzinger
#6  16 Aprile 2008 - 20:06
 
Io ho visto il film Trainspotting e se ti devo dir la verità non mi ricordo nemmeno più di cosa trattava. Ergo, presuppongo che non mi abbia dato alcuna emozione o lasciato alcuna impressione. Penso che scegliere un libro magari per regalarlo implichi una tale conoscenza di sè e dell'altra persona che difficilmente mi azzardo a regalarli. Voglio dire che è difficile stabilire se è il caso o no di far leggere a un ragazzo questo tipo di libro. E' vero che i giovani in generale amano le emozioni forti. Sia che derivino dalla violenza che dalla trasgressione. Magari poi sono persone traquillissime. Se in questo caso la lettura avesse una funzione catartica o servisse a esorcizzare le loro paure, allora si potrebbe acconsentire a farglielo leggere. Per quel che mi riguarda non mi piacciono letture in cui si trascende con il linguaggio che può essere duro senza essere volgare o che degeneri in turpiloquio. Un libro che mi ha emozionato, pur nella sua cruda verità, è stato Sleepers di Carcaterra. Le cose si possono dire ma bisogna saperle dire. Perciò Sergio ti consiglio di non continuare nella lettura se questo libro ti disturba tanto. Ti saluto caramente zingara53
  utente anonimo
#7  17 Aprile 2008 - 05:07
 
Caro Sergio,
faccio una premessa. Io credo fermamente che il lettore abbia il sacrosanto diritto di interrompere qualunque lettura in qualunque punto del testo di qualsiasi libro. Per quanto mi riguarda la discriminante è solo nella qualità della scrittura e nella capacità dello scrittore di catturare la mia attenzione. Ecco che mi è capitato di interrompere la lettura di “fior” di scrittori che mi sono sembrati senza “appeal” e del tutto privi di questa capacità. Naturalmente il giudizio poi è solo ed esclusivamente personale, tanto che, in pubblico, (nemmeno in un blog) mi sognerei mai di fare nomi. Ci sono scrittori noiosissimi (per me) che continuano a stare tranquillamente in testa alle classifiche di vendita… Hanno sicuramente ragione loro e io sbaglio, ma intanto mi permetto di non leggerli e di non consigliarli. Poi si godano pure il loro successo. Per quanto riguarda il tema che tu poni in evidenza. Non so con esattezza cosa dirti… Se il libro è scritto bene e se la trama riesce ad essere interessante, non tanto nei contenuti espliciti, ma nell’intreccio, nel modo di catturare l’attenzione, io vado avanti nella lettura. Se la violenza esplicita è un espediente di bassa lega per mascherare l’assenza di idee, lascio perdere. Non ne faccio una questione etica e morale. Mi è capitato l’estate scorsa di rileggere “La ciociara” e ti assicuro che certi capitoli anche lì non scherzano…
Roberto Santini
 
  utente anonimo
#8  17 Aprile 2008 - 06:58
 
Caro Sergio,
ho sempre considerato la lettura come un piacere, quindi se non è buona, o meglio se "per me" non è buona, che piacere è? Scusa la digressione pseudopubblicitaria, ma vorrei soltanto dire che, bene o male per sapere come sta andando il mondo, siamo costretti ad informarci leggendo giornali, guardando i vari TG e tutti questi media quotidianamente ci vomitano addosso violenze, turpiloqui verbali, scene di guerra, morti, quindi molto semplicemente credo che almeno nelle letture che scegliamo di nostra iniziativa possiamo fare tranquillamente a meno di tali argomentazioni se ci disgustano o se ci fanno stare male.
Un saluto
Elleo
 
  utente anonimo
#9  17 Aprile 2008 - 12:40
 
Non posso che condividere pienamente il tuo disgusto per la violenza.
Oggi la violenza è talmente intorno a noi che la perdiamo quasi di vista, ci siamo immersi in una sorta di mondi che si lambiscono e, aimè, qualche volta si incrociano.
La si può incrociare anche su un libro e se la sensazione è tanto forte da nauseare,possiamo certo chiudere a pagina 114.
 
Utente: sedge ContattamiGuarda il mediablog (foto, audio e video) di questo utente. sedge
#10  17 Aprile 2008 - 14:48
 
Caro Sergio,

mi hai fatto venire voglia di comprarlo, questo romanzo... ;-) Beh, a parte le celie, non è letteratura adatta a me, non se il compiacimento dell'autore, nell'usare la violenza come elemento narrativo, è come dici. Intendiamoci, si tratta sempre - anche se il libro non l'ho letto - di violenza fittizia, estetizzante, provocatoria: tutt'altra cosa da quella vera, che possiamo leggere solo negli articoli di giornale, anche i peggiori, e nei saggi storici o comunque documentari. "Il lercio" è narrativa, quindi la sua violenza, per quanto estrema, è simile a quella di Tarantino: è una *rappresentazione*, è - appunto - *letteratura*, buona o cattiva non importa.
Per quanto riguarda il fermarsi a metà, ti hanno già risposto come ti avrei scritto io: è la sacrosanta libertà del lettore, e il terrore dello scrittore ;-)
A presto!

Leonardo
utente anonimo
#11  17 Aprile 2008 - 15:57
 
credo che il problema non sia tanto la violenza, ma il suo essere "fine a se stessa", pura cifra stilistica, senza altra funzione se non quella di far vendere qualche copia in più.. e personalmente mi pare che welsh, dopo un paio di bei libri, si sia "appiattito" sugli ingredienti che lo hanno portato al successo (sangue, sesso, sbronze, droga ambienti degradati..)
diverso il discorso per bastogne, secondo me è un'opera molto valida, e l'unica che brizzi abbia scritto in quel modo!
un saluto a tutti
rob
Utente: bookswebtv ContattamiGuarda il mediablog (foto, audio e video) di questo utente. bookswebtv
#12  17 Aprile 2008 - 17:11
 
ciao!
passo per caso; probabilmente il caso non esiste; finiscilo, Il lercio, assolutamente; c'è un motivo, che non posso dirti; nemmeno accennarti, perché i libri vanno letti senza saperne niente.
ma - davvero - finiscilo.
enrico
Utente: enpi ContattamiGuarda il mediablog (foto, audio e video) di questo utente. enpi
#13  17 Aprile 2008 - 17:13
 
caro sergio devo dire che la prima reazione è stata quella di leggere il libro, mi era sembrato talmente esagerato che diventava comico, non so se hai mai visto shameless su channell 4,ma poi ho continuato la lettura ed allora ho pensato che è del poeta il fin la meraviglia, poi c'è marziale de sade, ovvia non è robbo il primo e non sarà certamente l'ultimo.
Oggi tutto è accessibile e, siamo solo noi a discriminare e, lo dobbiamo fare, e tanto tanto se no non abbiamo il tempo per digerire la valanga di informazioni che riceviamo e, se non riusciamo a sedimentare come facciamo a costruirci delle idee, delle opinioni, come facciamo a costruire una qualche sorta di saggezza personale?

Francesco andrenelli
  utente anonimo
#14  17 Aprile 2008 - 18:49
 
Sergio, scusa se intervengo di nuovo ma avendo trovato interessanti tutti i piccoli interventi che precedono chiederei a chiunque legga queste poche righe di segnalarmi il miglior titolo di narrativa che ha letto diciamo nell'ultimo mese (a prescindere dal fatto che sia un classico oppure una novità). Le mie finanze sono, come dire, piuttosto "precise" e per me diventa sempre più difficile cercare di rendere l'acquisto di un libro veramente "produttivo".
Quindi, scusandomi per il completo fuori tema (probabilmente la sede per una simile richiesta dovrebbe essere altra) ma sapendo di rivolgermi ad altri lettori assidui ringrazio e resto in attesa.

Paolo Cipriani
Utente: darcy66 ContattamiGuarda il mediablog (foto, audio e video) di questo utente. darcy66
#15  17 Aprile 2008 - 22:17
 
Ciao, io penso che questo libro vada letto fino in fondo, senza lanciarsi in interpretazioni di critica anche troppo letteraria . E' una storia, di un uomo piccolo, che cerca di vedersi grande e non ha nè vergogna nè limite. Leggi fino alla fine, senza aspettarti qualcosa o giudicare, e ingoia quel che ti viene proposto.
Dopo, se ti avrà lasciato qualcosa di "lercio" dentro, sentirai di aver vissuto questo libro. Altrimenti, non era libro che faceva per te. Scusami se sono concisa e sintetica, al contrario della maggior parte dei commenti prima di me. Ma questo libro è anch'esso essenziale.
A presto e... buona lettura!
Utente: serialmama ContattamiGuarda il mediablog (foto, audio e video) di questo utente. serialmama
#16  18 Aprile 2008 - 02:34
 
Ciao,sono sylavian,mi hai chiesto un commento su anobii...cmq ti sei sbagliato perche il lercio non è nella mia libreria.Detto questo conosco bene la poetica di Welsh e ti assicuro che non è violenza gratuita quella che compare nei suoi romanzi.Welsh la usa come esca per sondare il disagio,le piccole insicurezze di tutti.Qualche volta questa esca è la droga,qualche volta una violenza immorale...ma cmq è attraverso questo che riesce a comprendere appieno i suoi personaggi.Alla fine questi risultano pieni di umanità.Almeno per me.Ripeto non ho letto Il lercio ma cmq credo che tu sagli quando dici che hai già capito cosa vuole dirti l'autore,o almeno a me sei sembrato fuoristrada.Quindi ti consiglio di continuare.Poi ovviamente se ti dà fastidio leggere un romanzo pieno di turpiloqui e azioni immorali,allora non è il tuo romanzo e pazienza.Una parola anche per Bastogne...ecco lì davvero la violenza sembra ingiustificata e fine a se stessa..all'apparenza.Ma se si scava piua fondo non è cosi.Cmq ha degli spunti davvero geniali, e secondo me è un romanzo che merita.Ciao e buona lettura
  utente anonimo
#17  18 Aprile 2008 - 03:16
 
E' difficile rispondere argomentando alla tua domanda su Anobii senza lasciarsi andare a spoiler per cui mi odieresti. Quindi mi limito a consigliarti di arrivare in fondo, perchè Il lercio non è solo violenza e Robbo non è solo la figura bidimensionale che traspare dalla prima parte del libro. Tu scrivi "E quindi Robbo l’ho capito chi è, lo conosco da anni", e io ti dico di no. Ma non posso davvero dire di più.
Abbi fiducia e leggi ^^

Zaf
utente anonimo
#18  18 Aprile 2008 - 08:51
 
Io ti consiglio vivamente di finirlo, secondo me questo è il capolavoro di Welsh, c'è tutto: il male e il bene, la perdizione e la redenzione quando forse è tardi, un finale inaspettato
  utente anonimo
#19  18 Aprile 2008 - 09:02
 
Mi associo al consiglio di Enrico...finiscilo! Io stesso ho avuto più volte la tentazione di lasciarlo, ed è vero che per 3/4 è uno show a base di sesso deviato, violenza e turpiloquio ai massimi livelli. Ma c'ha il suo perché. Il "colpo" arriva solo alla fine. Positivo o negativo che sia, è senz'altro "emozionante", in senso stretto. Una mia amica è arrivata alle pagine finali con le lacrime agli occhi. Questo per dire che è un colpo allo stomaco...ma non per il turpiloquio o le scene orribili. E' un libro che colpisce forte, e quando e dove meno te l'aspetti. Con queste premesse, il finale è già mezzo rovinato...ma sempre meglio di rischiare che lo lasci a metà. Ho letto anche altri di Welsh...e per la maggior parte è la solita storia di "ragazzi difficili". Questo forse è il suo unico testo degno di nota, quindi inutile fare raffronti con altri lavori di Welsh. Insomma...leggi,leggi,leggi! Non ti darà emozioni "positive"...ma le darà senz'altro...e non per le scene crude di cui è permeato quasi tutto il libro.
  utente anonimo
#20  18 Aprile 2008 - 09:03
 
P.s. Ho dimenticato di firmarmi...

Oblomov, il pigro
  utente anonimo
#21  18 Aprile 2008 - 09:15
 
Personalmente, provo profondo disgusto per la violenza, nella vita reale.

In letteratura, ho letto e apprezzato opere violentissime e senza speranza di riscatto, come American Psycho di B. E. Ellis o appunto Il lercio di I. Welsh.
Bastogne lo lessi anni fa, e non mi piacque non per lo sbandieramento di efferratezze, ma perché lo reputo una scopiazzatura di Arancia Meccanica (mentre ho molto amato il romanzo di Burgess).

Ho sopportato a fatica, invece, un libro come Frantumi di B. Wilkomirski, sebbene lo consigli a tutti. In quel caso, infatti, la violenza era quella vera, nei ricordi di un bambino sopravvissuto ad un lager nazista. La crudeltà non era artificio letterario, ma opera dell'uomo.

Se la lettura di questo libro ti turba in maniera insopportabile, credo non sia il caso di continuarla.
Effettivamente, c'è molto altro da leggere :)
Utente: elistardust ContattamiGuarda il mediablog (foto, audio e video) di questo utente. elistardust
#22  18 Aprile 2008 - 09:24
 
Sono John Grady, mi hai chiesto su Anobii un parere sul Lercio. Come gia' qualcuno ti ha consigliato, continua il libro, Robbo non ha finito di stupirti.
Mi hanno meravilgiato certe prese di posizione contro la scrittura di Welsh. Lui scrive cosi', se vado da McDonald non posso pretendere del cibo giapponese.
 
  utente anonimo
#23  18 Aprile 2008 - 09:35
 
Ciao Sergio, ricordo che quando ho finito di leggere Il Lercio ho provato una soddisfazione unica, quella di aver portato a termine la lettura del libro piu' inutile e banale che mi sia mai capitato. Io l'ho trovato di una noia terrificante, personaggi ridicoli, scontato. Pero' credo che se lo avessi letto a 18 anni lo avrei considerato un capolavoro. Non voglio prendere posizione sulla violenza, perche' se condanniamo un romanzo violento allora dobbiamo condannare anche American Psycho di Ellis (e non si puo').
Io ti consiglio comunque di finirlo, non e' mai bello abbandonare la lettura di un libro che ci piaccia o meno.
Adesso vado a dare un'occhiata al tuo Anobii e al blog.
Ciao
Utente: Ares79 ContattamiGuarda il mediablog (foto, audio e video) di questo utente. Ares79
#24  18 Aprile 2008 - 09:59
 
sergio, finisci il libro. io ne sono rimasto profondamente deluso (dal punto di vista letterario: le considerazioni etiche mi lasciano freddino) ma la tua accurata analisi soffre della mancata considerazione del finale, che in un qualche (raffazzonato) modo chiude la questione morale a cui accenni

(mirmith from anobii.it)
  utente anonimo
#25  18 Aprile 2008 - 10:28
 
Ciao Sergio, rispondo qui, così non ti si cancellano le altre risposte su anobii.
Innanzitutto, complimenti per il commento approfondito, io non avrei saputo fare di meglio. Ho letto quel libro qualche anno fa, avrò avuto 13/14 anni.
Non so quali siano le ragioni che hanno spinto Welsh a scrivere un romanzo del genere, ma posso parlarti di quello che ho ricavato dalla lettura non solo de Il Lercio, ma anche di tutte le altre opere (Ecstasy, Acid House, Tolleranza Zero, Porno, Trainspotting e Colla).
Un uso catartico della violenza. I giovani (me compresa, ho 20 anni), spesso e volentieri annoiati dalla vita, hanno voglia di fare nuove esperienze: che queste siano la droga, la violenza o quant'altro, poco importa. Purtroppo per me non si tratta di un luogo comune. Vedere su carta quello che avrei potuto potenzialmente fare, è stato un grande deterrente. Ho avuto una sorta di catarsi che ha assorbito la mia voglia di "evasione" tipica di un qualsiasi 14enne. Credo profondamente nella catarsi, è una grande valvola di sfogo poter leggere (o vedere) ciò che nella realtà sarebbe impensabile fare.
La violenza (come il turpiloquio, l'uso smodato del sesso, la droga, o LO SCHIFO in generale) agisce da freno. Mi spiace banalizzare le sue opere, ma secondo me uno dei tanti messaggi che trasmette è "guarda come diventi se fai come lui". Sembra semplicistico ma in fondo è vero!
Quanti di noi hanno la possibilità di incontrare un Robbo qualsiasi nella vita reale? Come dici tu, esistono persone di tutti i tipi, e troppe volte ci scordiamo di metterlo in conto. Welsh ci mette a conoscenza di un mondo che esiste, e con il quale molto probabilmente non entreremo mai in contatto: è una sorta di monito, un modo per svegliarci dalla nostra piccola realtà ovattata di tutti i giorni.
Il mio consiglio è di proseguire con la lettura, cerca di resistere a tutti gli orrori descritti, ma arriva fino in fondo. Ne vale veramente la pena!
Utente: NebulaQueen ContattamiGuarda il mediablog (foto, audio e video) di questo utente. NebulaQueen
#26  18 Aprile 2008 - 11:08
 
era perec che affermava il pieno diritto di un lettore ad interrompere un libro?
di libri ce ne sono tanti. anche di bei libri.

insomma, io da bravo lettore compulsivo non mi pongo troppi problemi. a me il lercio era piaciuto abbast
Utente: cinas ContattamiGuarda il mediablog (foto, audio e video) di questo utente. cinas
#27  18 Aprile 2008 - 11:11
 
... abbastanza (non perchè sia partito il commento) ma non è certamente un libro che si debba leggere come opera miliare della letteratura occidentale.
Utente: cinas ContattamiGuarda il mediablog (foto, audio e video) di questo utente. cinas
#28  18 Aprile 2008 - 11:17
 
Mi hai chiesto un parere su Anobii, e in questo caso non posso essere che di parte perchè Il lercio è il lavoro di welsh che preferisco. Ti consiglio di andare avanti perchè il resto del libro è sorprendente.
ciao
nara
  utente anonimo
#29  18 Aprile 2008 - 11:21
 
ciao sergio, la tua analisi è lucida e veritiera - oltre ad essere efficacemente esposta.

che dire...mi ritrovo appieno nei tuoi commenti e l'unico motivo per cui non ho fatto di quel libro ciò che ero tentata di fare (chessò...un bel sostegno per un tavolo ballerino?!) è che, di prassi, mi impongo di terminare tutte le letture iniziate,.

ecco, in questo caso avrei potuto davvero fare un'eccezione ;-)

un saluto all'ombra della mole,

kiara
Utente: heykoala ContattamiGuarda il mediablog (foto, audio e video) di questo utente. heykoala
#30  18 Aprile 2008 - 11:30
 
ciao, rispondo al tuo post lasciato su anobii.Secondo me non si tratta di descrizioni di fatti che possano ferire chi legge...il personaggio de Il Lercio fondamentalmente è anche un buono, e non è sicuramente il più cattivo di Welsh. E' un personaggio assolutamente legato alla realtà, potresti averlo incontrato più volte nella tua vita, ed è questo, a mio avviso, che rende i romanzi di Welsh unici. Non c'è violenza letteraria, non c'è finzione nella sua violenza, è un'istantanea della quotidianità. Se farei leggere il Lercio a mio figlio? Fargli vedere un telegiornale sarebbe la stessa cosa.
  utente anonimo
#31  18 Aprile 2008 - 11:35
 
Sicuramente tra i libri di Welsh, "il lercio" è il libro più stereotipato della sua produzione ma rientra comunque appieno nello stile inconfondibile dell'autore. Rivolto comunque a giovanissimi e giovani, si fa apprezzare per le "liriche" crude ma, in questo caso, non finalizzate. E' un libro un po' fine a se stesso, un po' un esercizio di stile ma niente di più. Non c'è ne storia ne caratterizzazione dei personaggi e per questo lo ritengo un opera sottotono. Comunque, secondo il mio parere, sta sempre bene concludere un libro, anche solo per rimanere schifati e/o vuoti. Ciao
utente anonimo
#32  18 Aprile 2008 - 13:21
 
ciao, nonostante io sia un fan di welsh e quindi incline a sopportarne gil eccessi per coglierne la genialità devo ammettere che il lercio è un libro particolarmente "ostico" da affrontare. fin dall'inizio si è pervasi da una sensazione di malessere della quale solo alla fine se ne ha comprensione.
ti invito quindi a tentare di finirlo o almeno a non cercare di motivarne l'abbandono.
utente anonimo
#33  18 Aprile 2008 - 13:34
 
Ci sono dei libri che mi disturbano e mi fanno stare male, e li abbandono, perchè non mi danno niente.

Altri mi disturbano uguale, ma tengo duro, li leggo velocemente per finirli presto, piuttosto... Penso ad esempio a libri che parlano di bambini, di sofferenza e di morte (anch'io ho due figli piccoli e credo di capire cosa intendi). Alla fine sono nutrienti.

Il lercio me lo ricordo come un libro forte, sporco, estremo ma non disturbante.
Ma se ti fa star male, mollalo, senza problemi.

Andrea G
  utente anonimo
#34  18 Aprile 2008 - 13:39
 
Ciao Sergio, ti ringrazio per la domanda che mi hai posto su anobii.
Vengo subito al punto, io ho comprato Il Lercio di Welsh per puro caso (avevo dimenticato il libro che stavo leggendo a casa ed ero diretto all'estero, forzatamente dovevo comprare qualcosa da leggere per impiegare il tempo livero) e l'ho "divorato"in 4-5 giorni più che altro per curiosità.
Come avrai potuto vedere dalla mia biblioteca è l'unico libro di Welsh che ho letto, e il fatto che la mia scelta sia caduta su questo libro è perchè avevo sentito dire che il suo modo di scrivere e soprattutto di descrivere le scene era abbastanza pesante e crudo.
Beh sicuramente il riscontro è stato positivo.
Non avevo mai letto un libro così.
Capisco perfettamente il tuo stato d'animo nella lettura e il fatto che abbia abbandonato il libro anche perchè il libro, come tu ben dici, non decolla, anzi, sprofonda nel maschilismo, nel razzismo nel sessismo e a tratti nella pedofilia (perchè la costrizione dietro ricatto di una quindicenne a fare sesso con un "Robbo" quarantenne in altro modo non riesco a definirla)..
Il fatto però che Robbo sia una persona orgogliosa, superba e spietata (come tanti ce ne sono in giro, prestando attenzione a non generalizzare troppo cadendo in pericolosi luoghi comuni) mi ha incuriosito e mi ha fatto terminare il libro con un impulso assillante di leggere quanto più possibile.
Quello che volevo realmente era vedere, seppur schifato dalla personalità ripugnante del protagonista, fino a che punto poteva arrivare, fin dove si sarebbe spinto e se, ci sarebbe stato un finale scontato con Robbo che riesce con la sua meschinità a raggiungere i risultati a cui ambisce.
Beh, ti confido in tutta sincerità che il finale a me è piaciuto, non mi è sembrato scontato, e un pò ho goduto quando le cose hanno preso un verso iaspettato e tutto gli si è rivoltato contro.
Ora però interrompo perchè ho già detto troppo e sinceramente non vorrei rovinarti il piacere della lettura se mai deciderai di finire di leggere il Lercio, cosa che ti consiglio.
Spero di aver destato in te un minimo di curiosità e di essere stato nel contempo esauriente con il mio intervento.
Ciao.
Alessandro
  utente anonimo
#35  18 Aprile 2008 - 13:47
 
Ho trovato il tuo commento su anobbi e sono passata qua. Ammetto di essere un po' di fretta e di non aver tempo di leggere tutte le tue considerazioni.

Volevo solo dirti che non è all'inizio di un libri che capisci se è il male che trionferà, ma la fine. Il mio consiglio è di continuare a leggere.
Utente: arunka ContattamiGuarda il mediablog (foto, audio e video) di questo utente. arunka
#36  18 Aprile 2008 - 14:15
 
Quando ho scoperto Anobii, il primo libro che ho inserito è stato proprio "Il Lercio". Non so dirti perché, c'è un quid che resta sempre inspiegabile. Ho letto i commenti e non posso aggiungere niente di più a quello che è stato detto perché si svelerebbe troppo. Robbo è un personaggio che si odia o si ama, come tutte le cose estreme e confesso che, quando ho letto l'ultima pagina, avevo il viso coperto dalle lacrime. Non faccio testo però, quasi tutti i libri di Welsh mi fanno piangere dalla commozione. Insieme a "Colla", "Il lercio" è sicuramente il mio preferito.
Emanuela
  utente anonimo
#37  18 Aprile 2008 - 15:59
 
Disanima interessante :)

In generale se un libro non mi convince lo mollo, nessuno dovrebbe essere obbligato a leggere qualcosa che lo annoia o che lo disgusta, ma leggendo i commenti qui sopra pare che valga la pena finirlo "Il lercio".

Come ho detto su Anobii non l'ho ancora letto, però conosco bene Welsh.
Trainspotting è uno dei miei libri preferiti, so per esperienza che come scrittore non si risparmia quando si tratta di disturbare nel profondo il lettore, ed è proprio il suo non conoscere mezzi termini nelle descrizioni che ho sempre considerato uno dei suoi lati migliori.

Tolleranza Zero e Porno hanno entrambi scene di stupro piuttosto forti che mi hanno fatto sentire male nel leggerle, male nel pensare che certe persone esistano davvero, che possano vedere altri esseri umani con questa totale mancanza di empatia, allo stesso modo in cui in film come Monster e Boys Don't Cry certe scene mi facevano stare male fisicamente tanto da costringermi a distogliere lo sguardo.
La differenza sostanziale è che in quei film il punto di vista è quello della vittima ed è con lei che lo spettatore sodalizza e si identifica, rassicurato dal comune senso di disgusto, mentre Welsh ci porta dall'altra parte della barricata, dentro la testa di questi scarti di umanità, il che è decisamente peggio perchè ci accorgiamo di come la maggior parte delle volte non sentano il minimo rimorso per quello che fanno. E' questo che non rende gratuito l'eccesso, secondo me, perchè in base alla psicologia di questi personaggi ciò che noi troviamo repellente è pura routine.
Possono cambiare durante il libro, si può scoprire qualcosa di nuovo sulla loro personalità, ma finchè rimangono convinti di ciò che fanno smorzare i toni sarebbe soltanto un atto di pietà nei confronti del lettore. Loro rimangono quello che sono e la loro mente rimane lercia.

Questo non lo rende uno scrittore adatto a tutti nè mi farebbe mettere in mano uno dei suoi libri a un dodicenne, però ne vedo l'utilità.
Il male non è affatto banale, è creativo, degradante, una spirale discendente, e non c'è altro modo di capirlo se non entrando nel cervello degli esseri umani peggiori.
Utente: Leilani ContattamiGuarda il mediablog (foto, audio e video) di questo utente. Leilani
#38  18 Aprile 2008 - 16:08
 
In risposta al messaggio su anobii: Ciao! Il libro che ho messo su anobii (e che ho letto qualche anno fa) è ECSTASY e non il lercio. Per quello che ricordo quel libro non era un capolavoro, ma si lasciava leggere pur non raccontando niente di nuovo. Comunque è scritto nello stile di Welsh, violento e crudo a tal punto da sconfinare nel ridicolo. O nell'inutile. Ho letto il tuo blog sul LERCIO e mi pongo una domanda: come mai ne è uscito con tre stelline nella tua casella anobii? Ciao, Filippo.
utente anonimo
#39  19 Aprile 2008 - 08:33
 
Ciao Sergio
arrivo con qualche giorno di ritardo (perdonami: il tempo scarseggia in questi giorni, fra i vari impegni, e ai blog - il mio e quelli altrui - dedico ormai prevalentemente il week end).

Non ho letto Il lercio, quindi non ti risponderò su questo preciso libro. Conosco però Welsh per avere letto I segreti erotici dei grandi chef e Tolleranza zero: lo stile, direi, è sempre quello (lo stesso discorso potrebbe essere esteso anche a Bukowski).
Da un lato, questi scrittori descrivono una realtà che non mi piace. Concordo con quello che tu dici: "Esiste un meccanismo inconscio che porta a commettere errori giganteschi e a pagare danni ingentissimi: ed è quello di pensare che gli altri ragionino come noi, inquadrino le cose negli stessi schemi e reagiscano agli impulsi nel nostro stesso modo".

D'altra parte, riconosco che è una realtàche purtroppo esiste, e questi scrittori sono, a mio avviso, molto bravi a presentarla.
Non conosco Il Lercio, ma gli altrilibri di Welsh che ho letto uniscono una trama interessante a questo linguaggio molto forte.
Per questo, Welsh è uno scrittore che ho apprezzato, e penso che leggerò altre sue opere.
Anche se a piccole dosi.

Insegnarlo nelle scuole?
Su questo ho qualche dubbio.
E' vero che i temi sono forti e vanno conosciuti, ma credo anche che vadano capiti.
Ci sono libri che richiedono una certa maturità per essere affrontati, per non correre il rischio che magari se ne ricavi un messaggio sbagliato.

Buon fine settimana.
A.
Utente: razza75 ContattamiGuarda il mediablog (foto, audio e video) di questo utente. razza75
#40  19 Aprile 2008 - 11:11
 
Come ti ho scritto su anobii io ho molto apprezzato il lercio, ma anche bastogne di brizzi e il mio preferito sul genere è senza dubbio american psycho di bret easton ellis.
La banalità della violenza è un dato di fatto,basta vedere la cronaca,ma per me il vero squallore non è l’utilizzarla in un libro che, se non gradito come nel tuo caso, puo’ benissimo essere richiuso, ma nel fatto che ci venga propinata in tutte le salse a a tutte le ore nei vari tgporteaportematrixviteindiretta .
Per il futuro di tua figlia di questo mi preoccuperei, del fatto che verrà esposta a una overdose di informazione senza essere informata di nulla.
Ciao e grazie per il contatto su anobii
 
Utente: biondox ContattamiGuarda il mediablog (foto, audio e video) di questo utente. biondox
#41  19 Aprile 2008 - 15:39
 
Caro e gentile Sergio,
purtroppo solo ora ho potuto leggere il tuo interessante post sul libro di Welsh. E vista l'importanza e l'urgenza delle domande che poni e visti anche gli interessanti interventi che ne sono seguiti, non riesco a trattenermi dal apporre anche il mio tardivo commento.

Per quanto riguarda la prima, e cioè se valga o meno la pena di continuare a leggere il libro, non posso dirti granché nel merito perché il libro non lo conosco. Ovviamente, come altri hanno già affermato, ogni lettore è ben libero di mollare un libro a proprio insindacabile giudizio.
Decisione più che condivisibile se la scrittura risulta noiosa o insignificante.
Nel caso però di una scrittura o di un contenuto che "disturba", darti un consiglio è un po' più difficile.
Per quanto riguarda le mie esperienze di lettura, devo riconoscere che spesso proprio le pagine che mi hanno più "disturbato" sono quelle che mi hanno anche dato di più.
Dai "Demoni" di Dostoevskij ai "Nuovi Libertini" di Tondelli, passando da "Underworld" di Don De Lillo, la lista potrebbe essere lunga. Quanta pena o addirittura orrore mi hanno dato certe pagine eppure sono proprio quelle che tornerei a leggere.

Forse è proprio lì la qualità della grande "scrittura": fare della materia "bruta" (e a volte anche davvero orribile) un'opera d'arte. E ovviamente qui siamo ad un passo dall'annoso e irresolvibile dibattito sulla natura dell'arte e ben troppo ci sarebbe da dire e da ridire...

Non rimane che il tuo personale giudizio.
Del resto ho notato che la maggior parte di coloro che l'hanno letto (Il Lercio) sono favorevoli al proseguimento. Potrei aggiungere una banalità citando il buon De Andrè: "dai brillanti non nasce nulla, dal letame nascono i fiori"...

E vengo all'altra e, almeno per noi genitori, più preoccupante domanda: come "trattiamo" la violenza? Quale è la sua valenza in termini pedagogici? Come dobbiamo cioè presentare ai nostri figli questa "banalità del male" affinche non ne vengano toccati? E una domanda terribile e se sapessimo davvero come rispondere avremmo risolto, credo, un buona parte dei problemi del mondo.
Certo vorremmo preservare i nostri figli il più possibile dalla scoperta delle brutte, a volte orride, realtà che il mondo ha in serbo. E vorremmo al contempo preparali al meglio per affrontarle.

Anche qui, caro Sergio, non ho grandi risposte da condividere, ma piuttosto dubbi e timori. Penso, credo che continueremo a fare come hanno fatto e fanno tutti i genitori con i loro figli: cercheremo disperatamente di proteggerli, consigliarli, guidarli e continueremo ad aspettare trepidanti, pregando e sperando che il mondo possa essere per loro almeno un posto migliore.

Ma a volte mi domando: quanto ho fatto per evitare che il mondo sia così terribile? Non potrei forse fare qualcosa di più e meglio che condannare dalla mia poltrona televisiva le efferatezze quotidiane che il palinsesto ci propone? Cosa potrei fare perché il male non sia più così banale?

Daniele
  utente anonimo
#42  23 Aprile 2008 - 08:23
 
Salve a tutti, la mia posizione è un po' diversa da quella sostenuta dagli altri che hanno già commentato il post di Sergio. A me Trainspotting (il film) è piaciuto molto e ho letto il Lercio di Welsh. Curiosamente è al momento l'unico romanzo dello scrittore scozzese che ho finito.
Comunque, basta cincischiare. Il dubbio di Sergio è "devo continuare a leggerlo o no".
La risposta non è facile, il perché è presto detto. Per il sottoscritto Il Lercio è stato un vero pugno nello stomaco, nel senso positivo (se è possibile) del termine.
Si tratta infatti del romanzo più crudele e cattivo che abbia mai letto e con un drammatico finale in crescendo in cui quello che di più terribile può accadere accade.
Robertson si rivela ancora più egoista, crudele, e stronzo di come appare nelle prime cento pagine e l'indagine sul misterioso omicidio iniziale si sviluppa molto bene?
E allora. Beh il Lercio non è esattamente un libro appartenente al mio genere preferito ma è un grandissimo testo. Non credo che riuscirei a leggere in sei mesi il Lercio 2 e il Lercio 3 (troppo crudeltà) ma secondo me vale la pena leggerlo e finirlo. E poi Sergio, ne riparliamo.
Saluti
  utente anonimo
#43  24 Aprile 2008 - 23:28
 
Si Sergio, ne vale la pena!
Lascia perdere il linguaggio - è giusto che sia così ehm, volgare perché è il personaggio lercio l’io narrante - lascia perdere quello che urta il tuo senso del pudore o offende la tua morale perché è di lui che si parla… lascia perdere trainspotting perché non ha nulla a che fare con questo - lascia perdere perché non so se tu hai sempre vissuto su di una nuvoletta di zucchero ma la vita è fatta di violenza gratuita e credo che ci sia un lercio in ognuno di noi… forse avresti dovuto leggerlo qualche tempo fa, (magari quando anch’io ero in grado di scrivere un commento sensato… )!
Cazzo questo libro va letto…
Ok, se non va giù, non Va… ma eccome se ne vale la pena!
E’ un libro scritto col sangue di unghie consumate sull’asfalto. Robbo è una merda, sa di esserlo, giustifica la sua “cattiveria” col male che ha ricevuto così come la gente del mondo reale… ma dentro sta male e questo non fa cambiare l’opinione che hai di lui mentre lo leggi, ma lo capisci e piangi. Io ho pianto un casino leggendo questo libro.chiara
  utente anonimo
#44  17 Maggio 2008 - 10:41
 
un libro che per me è un capolavoro.
insieme a colla e porno rimane il mio preferito!
letto 3volte...
se decidi di finirlo, però, ti consiglio di leggerlo sotto una prospettiva più assorta e meno critica.
;)
  utente anonimo
#45  30 Agosto 2008 - 18:25
 
scopro questo post dopo mesi che lo hai scritto
a mio parere è il più bel libro di Welsh assieme a Tolleranza Zero.
Critichi il modo di scrivere di Welsh definendolo crudo e scioccante, ma questo è Welsh e questi i suoi personaggi e solo in questo modo riesce a farti entrare nella loro mente
un sorriso nella speranza che tu abbia finito il libro
Utente: SinuosoIncanto ContattamiGuarda il mediablog (foto, audio e video) di questo utente. SinuosoIncanto
#46  10 Agosto 2010 - 15:44
 

Ho finito di leggere"Il lercio"una settimana fa...ti consiglio vivamente di leggerlo fino alla fine...fino alle ultime 50 pagine del libro, la storia può sembrare essere diventata monotona e basata su due soli elementi:la violenza e lo squallore...ma la fine, credimi, vale davvero la pena di leggerla...non dico altro...
 
  utente anonimo
#47  09 Dicembre 2011 - 01:42
 
anche se il post è vecchio ti dico solo se non l'hai ancora fatto leggilo fino alla fine...non tutto è come sembra...
  utente anonimo

 


COMMENTI SU ANOBII

 Ale, 3 minuti fa

Ho letto il lercio una decina di anni fa, mi ricordo l'antipatia verso il protagonista e la sensazione di non capire fino in fondo cosa Welsh volesse comunicare. L'unico motivo per cui salvo il libro dal rogo è il finale.. Per cui consiglio di saltare subito alle ultime pagine.
Ciao

 

Umbertoski, 1 minuto fa

Onestamente, non ti perdi niente. Non è un libro geniale Il Lercio, penso sia solo una specie di sfogo. Ho l'impressione che welsh volesse buttare merda sul tipo di persone che odiava.
E, in effetti si, rappresenta a pieno titolo la banalità del male... mettendo più l'accento su banalità che su male.

 

 Edna Million, 7 minuti fa

ha già detto tutto Biondox.

 

 Biondox, 45 minuti fa

io ho letto tutto welsh e secondo me il lercio è il migliore, d'altronde ho letto anche tutto brizzi e ritengo bastogne secondo solo a jack frusciante, a me comunque la banalità del male non mi sconvolge, sorbendomela quotidianamente nei vari tg portaaportamatrix, almeno quella letteraria ha l'aspetto artistico..
chiudo consigliandoti american psycho dibret easton ellis

 

 Kamakama78, 1 ora fa

Ciao, beh per quanto mi riguarda l'ho trovato bello, ma sai a me il genere mi piace tanto. Sai non è una questione di male o bene, è proprio il suo genere crudo, il suo genere pulp che caratterizza in pieno il suo modo di scrivere come in altri suo libri come colla. Beh racconta la realtà poi, con parole a volte molto molto crude. A me è piaciuto.
Ciao

 

 Dania, 32 minuti fa

non ho ancora letto la tua "mezza" recensione su il lercio, la leggerò con calma.
però per ora ti posso dire che anch'io ero molto tentata di abbandonarlo, talmente ero schifata, ed ero anche arrivata a pensare che questo libro fosse stato scritto solo per raccontare le porcate di Brusssss, invece no, ti assicuro che poi cambia nella seconda metà...per carità non è uno di quei libri che ti lascia un messaggio profondo che ti porti dietro per tutta la vita (ma io non ne ho ancora trovato uno), ma secondo me vale la pena leggerlo fino alla fine...e senza saltare pagine come dice ale :)

 

  Minerva84, 22 minuti fa

Ciao. Riguardo alla lettura de "Il lercio" no, direi di no. Se hai di meglio da leggere non accanirti a finirlo. Welsh è un granissimo autore, ma questo libro ripropone tematiche presenti in altre sue opere e rese in modo decisamente peggiore. Penso che Trainspotting, Porno ed Acid House siano letture che possono rendere meglio l'idea di quella che è la scrittura di questo autore. Spero di esserti stata utile. A presto

 

  ::Elettra::, 59 minuti fa

finiscilo assolutamente!!!a me è piaciuto ma come tutti i libri di welsh..e poi come fai a nn finire un libro,non ti dispiace lasciarlo a metà??

 

  Ciucchino, 1 ora fa

Io non l'ho ancora letto per cui non mi posso esprimere.
E' nella mia lunghissima pila di libri da leggere e adesso mi hai incuriosita. comunque il tuo dubbio se sia lecito proporre in letteratura delle crude descrizioni è lo stesso dubbio che più volta mi sono posta anch'io.

 

  Baccio, 1 ora fa

Ciao,
purtroppo non ho il lercio in biblioteca, voglio sempre rimediare! Temo sia un bug di anobii, perche' se cerco lercio nella mia libreria non mi da' niente. Se lo cerco sul sito dice che ne ho un'altra versione, ma quando clicco questa versione mi porta su Exstasy, che effettivamente ho letto... Non so che dirti, mi spiace. Pero' Welsh merita a prescindere! Ciao, Bax

 

  tntimo, 19 ore fa

non credo che "il lercio" sia un capolavoro per cui valga la pena fare uno sforzo: se ti piace, si fa leggere velocemente, altrimenti lascialo perdere. a me piacque; forse ero anche dell'umore giusto.

 

  Princess Paranoia, 19 ore fa

mah, io sinceramente ho letto "il lercio” moltissimi anni fa e non mi era dispiaciuto, secondo me è leggermente inferiore agli altri suoi libri, ma comunque carino.. cmq non sei mica obbligato a finire un libro eh ;)

 

  Dedioste, 20 ore fa

Continualo. E Finiscilo.

 

 Nemo17, 21 ore fa

Ciao Sergio io "Il Lercio" l'ho letto anni fa e mi sono immerso in quel mondo di violenza squallore e fanghiglia del poliziotto "Robbo".
Certo che alcuni passaggi sono molto duri da digerire e in qualche cosa mi ricorda il buon Bukowsky.
Io ti consiglio di proseguire e goderti lo strampalato finale

 

 Graceland74, 23 ore fa

caro Sergio, francamente non mi pongo tutti questi problemi sul finire o meno un libro... mi spiego, il rapporto che ho con la lettura è estremamente intuitivo e chimico e se decido di mollare è perché non scatta quella molla, non c'è quel "quid" che mi incolla alle pagine... all'epoca della scoperta di Welsh, parlo di parecchi anni fa, rappresentava esattamente ciò che volevo vivere... ora, non più

 

  p!o detto il Apr 18, 2008

La domanda è interessante, personalmente posso dirti che anch'io ho avuto le tue stesse impressioni.

Tendenzialmente non riesco ad abbandonare un libro prima di arrivare alla fine, ma... che fatica con Il Lercio!

Per il 90% è solo violenza, turpiloquio, situazioni estreme che sono funzionali solo alla caratterizzazione del personaggio ma non sono poi così funzionali alla trama vera e propria.

Quindi vedi tu, ma forse - forse! - non ti perdi niente.

Tutto si riduce a una questione di gusti, alla fine, e allora posso dirti che American Psycho - secondo me - è *tipo* dieci volte peggio del Lercio.

Buone letture!

 

  Ed Chigliak detto il Apr 18, 2008

Il Lercio non è il mio preferito fra i romanzi di Welsh, ma non mi è dispiaciuto affatto. A mio parere merita la lettura.

  

  Zamm detto il Apr 18, 2008

A me piacque. Molto. Ma non mi sono mai posta il problema dell'utilità della lettura...

 

  marco detto il Apr 18, 2008

Nel Lercio ci sono un paio di situazioni/invenzioni per cui credo che si possa leggere fino alla fine, certo c'è di meglio.
Abbiamo tutti sensibilità diverse, personalmente ho provato più dolore a leggere Carver che Welsh.

 

  david detto il Apr 18, 2008

Parto dal fondo del tuo commento. Prima di tutto eviterei assolutamente di far leggere Il Lercio a scuola. Ad una certa età non si è sicuramente preparati per leggere certi libri e molto probabilmente un ragazzo/a finirebbe per considerare questo romanzo come un'inutile accozzaglia di sesso e droga.

Secondo il mio parere Welsh con Il Lercio vuole comunicarci uno stile di vita, quello di un uomo che pensa solamente a sè stesso e che cerca di metterlo in quel posto al prossimo incurante dell’etica, dell’amicizia e di ogni sorta di valore morale. L’unica cosa che conta per Bruce Robertson è primeggiare e, se ci pensi bene, capita sovente di ricevere questo tipo di messaggi nella vita di tutti i giorni. Sembra che spesso sia più importante apparire, essere più furbi, più scaltri degli altri… Ovviamente Welsh esaspera e forza questi concetti lasciandosi prendere la mano in alcuni punti.
Bisognerebbe quindi cercare di andare al di là della patina (o meglio del lercio) di questo libro per rendersi conto che il male di Welsh può a tratti risultare banale, ma è pur sempre quello insito nella natura umana. Non possiamo ignorare che il mondo è pieno di gente come Robbo Robertson; forse alcuni (come te) non hanno bisogno che questo gli venga ricordato ma è innegabile che Welsh è riuscito a creare un personaggio assolutamente fuori dal comune, duro e potente.
Direi che comunque ci può stare che non ti piaccia un libro a tratti “ignorante” come Il Lercio e, se ti sei sentito disturbato da alcune parti, hai tutto il diritto di lasciare il romanzo a metà. Personalmente, se proprio vuoi dare ancora una chance a Welsh, ti consiglierei Colla (il mio preferito di questo autore). Sempre molto duro e volgare (ti avviso subito), tuttavia più incentrato sul tema dell’amicizia.
D’altronde Welsh è uno scrittore scomodo che non disdegna talvolta anche insulti razziali. Io lo apprezzo perché comunque il suo modo di scrivere non mi disturba, però posso capire il tuo punto di vista. Per esempio un altro scrittore che amo molto è Michel Houllebecq, non proprio uno che va per il sottile.
Credo che alla fine il tutto si riduca ad una semplice questione di gusti. Saluti.

 

  Cul-de-sac detto il Apr 18, 2008

Il lercio non è il mio Welsh preferito, però ricordo di averlo letto con piacere. Non credo però che sia un opera da far leggere a scuola, nè un opera inutile. Forse è soltanto un romanzo poliziesco, con il protagonista vietato ai minori ed il finale a sorpresa. Il discorso è che chi legge welsh deve essere preparato alla natura "cattiva" della sua scrittura. Alrtimenti rischia di rimanerci male. ciao

 

  DreadLock Nazely, 1 ora fa

credo che è meglio lasciar perdere la lettura. Non perchè il libro sia brutto ma perchè lo stai leggendo nell'età sbagliata. Almeno, io la vedo così..

 

   Noodles, 7 ore fa

mah! caro sergio, prima dovresti dirmi cosa intendi per "banalità del male". sinceramente (e letterariamente) trovo il bene più banale. per me un ottimo libro, non un capolavoro, ma ti spiega molto bene come funzioniamo.

 


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